Biancastella
Antonino
La poesia lirica d’amore che si affermò a Firenze fra il 1280 e il 1310, definita da Dante Dolce Stil Novo, ha avuto una voce femminile: Compiuta Donzella, fiorentina e prima poetessa in volgare. Di lei si è messa in dubbio la veridicità del nome, sebbene fosse usuale nella Firenze del suo tempo, ma anche la sua identità femminile, dal momento che era impensabile che in età medievale una donna potesse esprimersi in versi e per giunta molto apprezzati, come si evince da alcuni testimoni del suo tempo, Maestro Torrigiano, Guittone e altri. Questo pregiudizio è sopravvissuto finché l’autorevole storico della letteratura Francesco De Sanctis ha diradato la nebbia che circondava questa poetessa, rivalutandola e dando avvio ai futuri studi. Anche se di lei rimangono a tutt’oggi solo tre sonetti contenuti nella più ricca raccolta di poesia italiana delle origini, nota come Codice Vaticano latino 3793, la critica filologica più recente non dispera di trovarne altri nello stesso Codice o in altri manoscritti medievali ancora non abbastanza esplorati. I temi dei sonetti attribuiti a Compiuta erano comuni al repertorio popolare trobadorico: in uno la giovane poetessa lamenta l’infelicità della propria condizione, perché suo padre autoritario e insensibile vuol farla maritare contro la sua volontà e in un altro sonetto agogna il percorso religioso per evitare il matrimonio che significa perdere la libertà, la sola condizione che le permetterebbe di continuare a coltivare la poesia. Ma è nel terzo sonetto, che scambia, secondo la tradizione trobadorica, in tenzone con un altro poeta, identificato con Chiaro Davanzati, che si dimostra come Compiuta, ovvero "la perfetta e piena di virtù", godeva dell’ammirazione dei letterati suoi contemporanei che la definiscono infatti "Gentil donzella somma ed insegnata". La bibliografia su di lei si è negli ultimi vent’anni arricchita di nuovi studi e Firenze le ha intitolato una via in un nuovo insediamento urbano.