di Emanuele Baldi
FIRENZE
L’assalto all’arma bianca alle macchinette delle merendine quasi fossero un bancomat da far saltare in aria. E poi i pc spariti, le porte spaccate, i bagni imbrattati così come le porte tagliafuoco colorate con vernice indelebile e non più ignifughe. Sedie rotte, banchi rotti, maniglie divelte. Le occupazioni pre-natalizie di alcuni plessi scolastici fiorentini hanno lasciato cul campo un disastro che le istituzioni hanno stimato ’riparabile’ con non meno di ventimila euro.
Nello specifico,i danni si sono registrati, e sono stati poi documentati, nella sede Frescobaldi del Machiavelli-Capponi e all’Alberti-Dante, sedi di Magliabechi e San Gallo. "E per questo dovranno essere ritrattate o sostituite". In una scuola – ha reso noto qualche giorno fa Palazzo Medici Riccardi – "si sono trovati escrementi disseminati in vari luoghi che hanno reso necessaria la disinfestazione di tutto l’istituto, che è costata 3.500 euro, oltre a due giorni di chiusura".
Insomma senza girarci troppo intorno a molti è parso che le occupazioni studentesche fossero mosse più da un’incontenibile voglia di buttare tutto all’aria piuttosto che da rivendicazioni di qualsivoglia genere. "Ci vuole una bella faccia tosta, se spacchi i vetri di un’aula, poi protestare perché in classe fa freddo..." il leit motiv di chi ancora a distanza di due settimane non si fa una ragione del disastro combinato da alcuni studenti.
Studenti che, ora, attraverso un documento che ha iniziato a circolare in queste ore la dirigente e i referenti dei plessi di San Gallo e Magliabechi, vengono chiamati ad assumersi le proprie responsabilità. "Questa lettera è indirizzata a chi ha partecipato all’occupazione sia a chi non lo ha fatto. E tra quelli che hanno occupato, sia a chi ha danneggiato sia a chi non ha fatto danni. – si legge – Noi crediamo nel nostro ruolo sociale e nella grande responsabilità che ci coinvolge come insegnanti ed educatori. Se avete organizzato e gestito l’occupazione vi chiediamo onestamente di dichiararlo e di dichiarare a nome di quale maggioranza avete deciso questa estrema forma di protesta".
E ancora: "Nella storia coloro che hanno infranto la legge per una giusta causa hanno il merito di aver dato vita a forme di ’disobbedienza civile’ la cui base fondamentale è ’dichiarare apertamente chi sono, quali sono le finalità del mio gesto e quali sono le responsabilità che mi prendo’. Se invece si vuole rimanere nell’anonimato, si tratta di atteggiamenti trasgressivi, fini a se stessi, o, peggio, gesti disfattisti o delinquenziali". "Il primo passo – conclude la nota – deve essere riparare la ’casa comune’, che è stata danneggiata, attraverso un’assunzione di responsabilità economica dei danni la cui entità verrà comunicata a tutti voi e alle vostre famiglie. La cosa che più ci ha addolorato è stata ascoltare nei giorni dell’occupazione alcuni di voi studenti che avrebbero voluto frequentare la scuola e che mostravano incredulità su ciò che stava succedendo".
Una sorta di appello, una mano tesa agli studenti con una condizione posta però in partenza: chi ha sbagliato abbia il coraggio di farsi avanti e ammettere le proprie responsabilità anche, per dovere di cronaca, va ricordato che al netto delle foto dei danneggiamenti gli ex occupanti di Magliabechi avevano rimandato ogni accusa al mittente: "I nostri video e le nostre foto – le loro parole – dimostrano che abbiamo ripulito tutto quanto".
Massimo Fratini, consigliere della Città Metropolitana delegato all’edilizia scolastica – che all’indomani della scoperta dei danni aveva tuonato: "Questa non è solo disattenzione e incuria ma anche disprezzo per i beni pubblici e una volontà solo distruttiva. "Chi pagherà questi 20mila euro?" – a proposito della mail diffusa in queste ore dai vertici della scuola parla di un "documento esemplare che invita chi protesta a farsi avanti".
Per quanto riguarda l’agibilità degli spazi scolastici sembra che non ci sia nulla che impedisca il rientro degli studenti in classe già domani. Qualche genitore però parla di "poca chiarezza nelle comunicazioni da parte dei vertici scolastici", di "una mancata quantificazione effettiva dei danni" e, a proposito della mail, di contenuti che sembrano "vagamente minacciosi".