LEONARDO BARTOLETTI
Cronaca

L’olimpionico Benelli chiude la carriera. In 48 anni ha collezionato oro e argento

La storia dello skeet va in congedo. E, con questa, anche una parte importante di quel canale che porta il...

La storia dello skeet va in congedo. E, con questa, anche una parte importante di quel canale che porta il vanto della fiorentinità in giro per il mondo. Andrea Benelli – proprietario di un agriturismo a Sant’Ellero – chiude l’attività sportiva. A 65 anni ma, soprattutto, con una bacheca da Champions League del proprio sport. Roba da fare invidia ai grandi nomi, di qualsiasi disciplina si voglia parlare: in tutto Benelli ha portato a casa ben 395 medaglie, 170 delle quali da atleta e 225 da allenatore. Tanto per intendersi, Mourinho, Pep Guardiola, Pelè o Michael Jordan non sono stati in grado di fare di meglio. Stiamo parlando di uno dei migliori tiratori di tutti i tempi, vero e proprio simbolo del tiro a volo.

Nel 2004 ad Atene festeggiò l’oro appena conquistato con la mitraglia, modello Batistuta. Nell’attesa aveva già vinto il bronzo ad Atlanta, nel 1996. Poi la carriera da commissario tecnico: un oro olimpico a Rio de Janeiro nel 2016 nell’individuale uomini con Gabriele Rossetti e donne con Diana Bacosi, argento con Chiara Cainero argento, argento con Bacosi a Tokyo 2020 ed oro a Parigi 2024 nel mixed con Bacosi e Rossetti.

Il ruolo di tecnico della nazionale lo ha lasciato appena un mese fa, con tali e tante soddisfazioni da convincerlo che il ciclo meglio di così non sarebbe potuto essere. "Ho passato 32 anni da tiratore e sedici da allenatore e questa non è stata una scelta facile", ha detto Benelli chiudendo il cerchio. In totale stiamo parlando di 48 anni spesi in uno sport considerato ancora ‘minore’ o ‘di nicchia’. Che poi, tradotto, significa una di quelle discipline che vengono ricordate solo nei periodi olimpici, proprio perché portano a casa medaglie e soddisfazioni. Proprio quello che Benelli ha fatto per quasi cinque decenni. Senza mai dimenticarsi che ogni sua vittoria, ogni sua soddisfazione, era anche quella di Firenze. Di una città che è, si, ‘calciocentrica’, ma pur sempre capace di non dimenticare tutti i suoi figli. Nomi e storie d’eccellenze - proprio come quella di Benelli - in grado di mostrarsi costantemente ‘di Fiorenza vanto e gloria’.

Leonardo Bartoletti