Firenze, 19 dicembre 2022 - "Chiedo scusa per questo gesto". Le sue ultime parole non sono uscite dalla bocca, ma direttamente dal cuore, e le ha vergate su un biglietto, ben visibile ai primi che sono entrati in casa. Quando la decisione era ormai presa, ha scritto quella giustificazione superflua, per chi sapeva delle condizioni di salute sempre più drammatiche di sua moglie e di quanto, il male che la attanagliava, minasse pure il suo inseparabile compagno.
Ottanta anni lui, ottanta anni lei, e la malattia che ogni giorno rendeva sempre più difficile qualle vita che avevano passato insieme: così, Giovanni Bucelli, chiuso nella sua bella casa di via de’ Falcucci, a Coverciano, dove aveva abitato tanta felicità, ha posto fine alle sofferenze di sua moglie, Jeanine Le Naour, origini francesi, gravemente malata, e poi, esausto, si è tolto la vita.
A scoprire cos’era successo è stato il figlio 52enne della coppia, che ieri mattina si è recato a far visita ai genitori. Doveva essere appena accaduto, anche se saranno gli accertamenti disposti dal pm Marco Mescolini a stabilire con certezza ora e modalità dei due decessi. La donna sarebbe stata uccisa con dei lacci. Lui ha utilizzato un cavo elettrico. Forse, l’80enne ha dato seguito ai suoi propositi durante la notte, o la mattina appena si è svegliato. Oppure approfittando del sonno di lei.
Un omicidio-suicidio, come purtroppo ne sono già accaduti altri. Nella strada, che unisce Coverciano a Campo di Marte, tante villette come la bifamiliare dei Bucelli, c’è un silenzio composto. Chi vede la polizia s’informa. C’è stupore per quel dramma privato che è rimasto celato dentro la graziosa palazzina, ma anche umana comprensione per la situazione non facile. La coppia di anziani non faceva troppa vita sociale. Intorno sapevano dei problemi della donna ma nessuno poteva immaginare un epilogo così tragico.