Sono tanti, tantissimi gli studenti in piazza della Signoria per ribadire il proprio no alla violenza contro le donne. Ci sono il liceo Galileo, l’Educandato della Santissima Annunziata, l’Istituto Leonardo da Vinci e il Sassetti Peruzzi ma anche i rappresentanti della Scuola del cuoio e di Mita Academy. Tutti insieme, con un fiore in mano e una manciata di polvere di rosso, per chiedere di mettere la parola fine alla lunga scia di sangue. E non solo. Perché la violenza ha mille forme. Lo sanno bene i ragazzi della Consulta provinciale degli studenti della città metropolitana di Firenze. Teresa Borsini e Alessia Piccini, insieme a Dennis Del Sala, Marco Montecchi e Andrea Ermini, ripercorrono il percorso di tante donne da quel 1 gennaio 1948 quando l’articolo 3 della Costituzione sancì il diritto di uguaglianza ai giorni nostri. "Oggi (ieri, ndr) 25 novembre 2024, siamo ancora qua, a combattere per diritti che ci sono stati riconosciuti ormai da tempo. Siamo qua a rappresentare gli studenti e le studentesse della provincia, ma non per il futuro che vorremmo, per il presente che ci meritiamo". Tutto risolto? "No – allargano le spalle - Ancora oggi non riusciamo a uscire di casa senza sentirci libere dalla paura, non riusciamo a far valere la nostra voce su una maschile, non possiamo accendere la tv senza sentire storie su storie di ragazze come noi, coetanee e non: la paura che le seguiva per strada, è diventata la loro fine". E allora, si chiedono le studentesse, cosa possiamo fare contro un nemico così? "Abbiamo bisogno di voce, per chi non ce l’ha e per coloro che vengono ignorate, il cambiamento lo dobbiamo costruire insieme, nessuno escluso". Sono 300 gli studenti del Galileo che hanno stravolto il proprio orario scolastico per non perdere l’appuntamento. "Non potevamo mancare, è un dovere far sentire la nostra voce, anche per tutte coloro che non ci sono più": dice Giulia Magni, una studentessa di 18 anni.
"L’ambiente scolastico è ancora ovattato – aggiunge – ma credo che comunque ognuna di noi, almeno una volta nella vita di tutti i giorni, si sia sentita discriminata. E questo non è giusto". Guarda con un briciolo di orgoglio i suoi ragazzi, i cittadini del domani, la dirigente scolastica Liliana Gilli che si definisce "una femminista convinta". "Rispetto agli anni ’70, la consapevolezza rispetto a questi temi è diminuita. Per questo c’è sempre più bisogno di parlarne – sottolinea -. E non è solo una questione di linguaggio, ma di educazione che non può essere delegata esclusivamente alle scuole, ma deve partire dalle famiglie". Al da Vinci sono convinti: "Il cambiamento deve coinvolgere anche e soprattutto gli uomini". Ad accompagnarli i loro insegnanti Laura Fidenti, Maria Grazia Pugliese e Walter Manes: "Non bisogna mai smettere di parlarne".