LINDA COSCETTI
Cronaca

L’opera di Donatello torna a casa: "Dopo cento anni, è un’emozione"

’La Madonna con bambino’, per un secolo ha fatto il giro del mondo e ora rientra a Palazzo Davanzati. Paola D’Agostino: "Il rilievo quattrocentesco è molto legato al museo e all’antica casa fiorentina".

Spesso si va via per tornare e anche le grandi opere che appartengono da anni alla nostra città tornano a casa. Come nel caso della Madonna con bambino in stucco policromo, operaquattrocentesca di Donatello, è tornata ieri mattina nel suo habitat, al museo di Palazzo Davanzati, dopo che per più di cent’anni è stata in giro per il mondo in collezioni private. Il rilievo, generosamente donato da Christian Levett è appartenuto a Elia Volpi , mercante d’arte, pittore e antiquario, noto per aver, all’inizio del Novecento, recuperato il palazzo, che aveva acquistato, restaurato e allestito per farne il luogo di esposizione delle sue opere e per far visitare un perfetto esemplare di antica casa fiorentina. La fama dell’opera arrivò fino negli Stati Uniti, dall’altra parte del mondo. Tra l’acquisizione da parte di Volpi e i molteplici avvenimenti, la collezione di quegli anni venne più volta messa all’asta dall’antiquario e ricomposta con nuove opere.

L’asta più celebre è quella del 1916, a New York, e ieri il capolavoro donatelliano è tornato a casa. "Sono grata a Levett che ha deciso di donare al museo un’opera così attaccata non solo a Volpi, ma all’intera città di Firenze, un rilievo legato alla fortuna donatelliana dal quattrocento al novecento. Ringrazio anche Simon Gammel, per avermi invitata al British, dove ho potuto tenere una conferenza, sul nuovo allestimento del museo di Palazzo Davanzati" ha detto Paola D’Agostino, Direttrice del Museo Nazionale del Bargello.

Oggi questo rilievo, che cento anni fa faceva parte della sfera intima e familiare, che prima della data X (1916) era nella sala da giorno al secondo piano di Palazzo Davanzati, ieri mattina è stata ricollocata proprio li, è cambiata soltanto la parete, per il resto sembra di immergersi nel passato. E poi continua Levett: "Sono molto felice di aver contribuito al ritorno di questo rilievo nella sua casa originaria. Quando ho saputo che l’opera della mia collezione era stata venduta a New York e tolta da Firenze, ho sentito che la donazione era la cosa più giusta da fare". Prosegue Simon Gammel, direttore del British Institute of Florence: "Felice di aver giocato un piccolo ruolo nel forgiare questa collaborazione", istituto dedicato a sostenere i rapporti tra Firenze e la comunità anglo-americana.

L’opera è un importante arricchimento della collezione del museo e parte integrante dei Musei del Bargello, che oggi conserva altri oggetti appartenuti a Volpi tra i quali il prezioso armario dipinto della prima metà del XVI secolo. L’opera deriva dall’archetipo donatelliano della Madonna Pazzi, databile intorno al 1420, arrivato a Berlino nel 1886 su mediazione di Stefano Bardini, a cui si deve la vendita al Louvre di una delle dodici derivazioni dallo stesso modello figurativo.

E infine Chiara Travisonni, curatrice del Museo di Palazzo Davanzati: "Quest’opera senza dubbio è la più alta qualitativamente parlando, sia in relazione al modellato, sia alla policromia".