TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

L’opera: ‘Il ritorno di Ulisse in patria’

Da domani al teatro della Pergola per il Maggio il capolavoro di Monteverdi: Dantone sul podio, regia di Carsen

di Titti Giuliani Foti

Quattro recite: domani e il 30. E ancora: il 3 e l’8 luglio alle 19. Luogo: teatro della Pergola e cartellone dell’edizione numero 83 del Maggio Musicale Fiorentino. Trattasi de "Il ritorno di Ulisse in patria", di Claudio Monteverdi con Ottavio Dantone che dirige l’Accademia Bizantina e regia firmata da big Robert Carsen. Un cast d’eccezione per un ritorno del Maggio ai fasti degli anni passati, quando alcune rappresentazioni andavano in scena anche alla Pergola. Un’opera a cui molti desiderano assistere: già esaurita la prima recita e pochi i posti disponibili per le successive. Titolo mitologico e opera che fa sognare "Il ritorno di Ulisse in patria", capolavoro a lieto fine con prologo e tre atti firmato Claudio Monteverdi. "Sono orgoglioso di presentare questa opera – ha detto il soprintendente Alexander Pereira – di cui vedrete la bellezza e l’originalità: al Maggio è stata messa in scena solo in tre occasioni: due alla Pergola (1942 e 1999) e una al Comunale (1987)". Un bel gruppo di artisti composto da Toni Gradsack, casting manager del Maggio, con – li diciamo tutti – Charles Workman (Ulisse), Anicio Zorzi Giustiniani (Telemaco), Delphine Galou (Penelope), John Daszak (Iro), Francesco Milanese (Il Tempo), Marina De Liso (Giunone), Eleonora Bellocci (La Fortuna), Gianluca Margheri (Giove), Guido Loconsolo (Nettuno), Arianna Vendittelli (Minerva), Konstantin Derri (Amore), Andrea Patucelli (Antinoo), Pierre-Antoine Chaumien (Anfinomo), James Hall (Pisandro), Miriam Albano (Melanto), Hugo Hymas (Eurimaco), Mark Milhofer (Eumete), Ericlea (Natascha Petrinsky). Le scene sono di Radu Boruzescu, i costumi di Luis Carvalho, luci di Robert Carsen e Peter van Praet, drammaturgia di Ian Burton. "Il ritorno di Ulisse in patria" è un melodramma su libretto di Giacomo Badoaro, "uno degli ultimi e straordinari frutti della vena creativa di Monteverdi – spiega Dantone – realizzato nel periodo veneziano. Era passato tanto tempo da quando il musicista aveva impresso per sempre il suo nome nella storia dell’opera con l’Orfeo, allestito alla corte di Mantova nel 1607. E anche se la musica nell’Ulisse non è destinata a sedurre l’orecchio quanto a servire la poesia secondo i dettami del ‘recitar cantando’, qui Monteverdi riesce a caratterizzare i suoi personaggi con uno stile adeguato alla loro natura funzionale al racconto". "Per fare una cosa del genere ci vuole un gruppo di cantanti giovani – ammette Carsen – e utilizzare il corpo nello spazio. E finalmente a teatro che senza pubblico non ha senso". L’opera sarà trasmessa sulle piattaforme ITsARt e CueTv Operabase. Da vedere.