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L’Orchestra della Toscana fa gli auguri con l’Idillio di Sigfrido

Per la vigilia di Natale (ore 17), l’Orchestra della Toscana con il direttore principale Diego Ceretta – nell’ambito della 44esima...

Il direttore principale, Diego Ceretta

Il direttore principale, Diego Ceretta

Per la vigilia di Natale (ore 17), l’Orchestra della Toscana con il direttore principale Diego Ceretta – nell’ambito della 44esima stagione concertistica – propone il ’Concerto di Natale’ al teatro Verdi di Firenze. In programma l’Idillio di Sigfrido, di Richard Wagner, dello stesso autore – in apertura – Träume e a concludere la Settima sinfonia di Ludwig van Beethoven.

Per celebrare le feste natalizie, è stata scelta una partitura udita per la prima volta il giorno di Natale. È l’Idillio di Sigfrido, dono offerto da Richard Wagner alla moglie Cosima Liszt il 25 dicembre 1870, giorno del suo trentatreesimo compleanno. Una sorpresa per lei, che quella mattina fu svegliata dal suono di quindici musicisti disposti sulla scalinata della loro villa di Triebschen a Lucerna. Con quel regalo privato, Wagner suggellava un periodo felice della sua vita familiare cominciato un anno e mezzo prima con la nascita del terzogenito Sigfrido.

Pegno d’amore è anche Träume (’Sogni’) che il direttore principale Ceretta colloca in apertura del concerto. Testimonia la passione tra Wagner e Mathilde Wesendock sbocciata a Zurigo verso il 1857, mentre il compositore e la prima moglie Minna erano ospiti nella villa dei coniugi Wesendonck. Una relazione trasfigurata nel dramma musicale Tristano e Isotta, il cui clima struggente Träume prepara e riecheggia, dato che la sua genesi si intreccia a quella dell’opera.

Ultimo di una raccolta di cinque canti per voce femminile e pianoforte su versi della stessa Mathilde, Träume viene qui proposto nella versione per violino e piccola orchestra rielaborata da Wagner molto tempo dopo. Nella seconda parte del programma, il pubblico ascolterà la Settima sinfonia di Ludwig van Beethoven, "apoteosi della danza", come la definì Wagner, "la danza nella sua massima essenza, l’azione del corpo tradotta in suoni, per così dire, ideali".