Sarà un’ottima annata per l’olio del Chianti. A dirlo è il presidente del Consorzio Olio Chianti Classico Dop, Gionni Pruneti. "L’annata sta andando molto bene da un punto di vista qualitativo in quanto le olive non hanno subito attacchi di insetti e varie problematiche, non abbiamo, per fortuna, nella nostra zona nessun problema di stress idrico dovuto al meteo del mese di settembre".
Quindi sarà un’annata importante
"Per quanto riguarda la qualità abbiamo tutte note positive da un punto di vista organolettico. Gli oli hanno molte note erbacee, con dei picchi di amaro del carciofo classici della nostra zona, ma non esageratamente intensi".
Un olio come deve essere?
"Sì, sarà un tipico olio del Chianti Classico con tutti i suoi fruttati medi e le sue note di media intensità".
Si è parlato di qualità, e quella c’è. Mentre per le quantità, come siamo messi?
"L’unica piccola mancanza di quest’annata è la resa bassa. E questo incide in maniera negativa sull’economia del produttore".
Perché si ha una resa così bassa?
"Le olive di quest’anno sono molto ricche di acqua. E se da una parte questa è stata una fortuna per le note organolettiche, dall’altra ha pesato negativamente sulla resa in olio a quintale di olive. Sono molto basse, siamo partiti da 7,5/8% quando normalmente siamo sul 12/14%"
E la bassa resa incide sui costi e quindi sul prezzo al consumatore. Ci possiamo aspettare aumenti oppure diminuzioni?
"Se l’olio prodotto è poco questo fa sì che il costo di produzione sia importante. Perché i prezzi di raccolta si basano tutti sulle quantità a quintale e anche la frangitura si basa sulle quantità a quintale. E quindi con rese così basse come queste fa sì che il costo sia elevato".
Dunque, tante olive ma poco olio
"Sì, per la quantità delle olive siamo contenti. Ma ne sarebbe bastata la metà e magari con una resa più alta per fare lo stesso volume di olio. Possiamo dire dunque che l’annata è positiva per le olive ma per quanto riguarda l’olio la campagna è buona ma non straordinaria in quantità".
Se si guarda alla produzione italiana, a causa dello stress idrico subito dalle piante e dagli episodi di meteo estremo, oltre all’annata di scarica, secondo Assitol le prime stime suggeriscono una produzione nazionale intorno alle 200mila tonnellate, il 39% in meno rispetto al 2023 quando furono 328mila. Per la Toscana le stime dicono che tuttavia sarà un’annata nella media con una produzione che si attesterà tra i 140 e i 150mila quintali di cui 20/25 mila che diventeranno Toscano Igp.