MARCO
Cronaca

L’orrore di un femminicidio: "Lei non voleva ascoltarmi... "

Il magistrato: "Avrebbe dovuto lasciarla in pace". Ma lui era convinto che non se ne sarebbe mai andata

Vichi Non so... Non lo so...” “Si spieghi meglio.” “Mi deve credere... Non volevo... Non so cosa mi è successo... È stato più forte di me...” Era vero, non aveva mai pensato che lui, proprio lui... Fatto sta che... Quel sorriso... Perché lei si era messa a sorridere in quel modo? “Io l’amavo... E lei, invece...” “E dunque ha pensato che dovesse farlo...” “Non è questo... Non è solo questo...” Non aveva nessuna intenzione di mentire... La faccenda era un’altra, e anche lui voleva cercare di capirla... C’erano molti modi di sorridere... E a un tratto lui non ci aveva più visto... Quel sorriso era come se... Come se tutto il mondo ridesse di lui... Si era sentito talmente umiliato... Dov’era la ragazza dolce e comprensiva che aveva conosciuto sette anni prima? Si ricordava bene i suoi occhi innamorati, che lo guardavano con ammirazione... Si erano sposati, avevano diviso lo stesso letto per anni e anni, si erano scaldati sotto le lenzuola... Com’era possibile che una donna potesse trasformarsi in quel modo? Porto Venere, il tramonto sul mare. Quella manina calda che fremeva dentro la sua, come un passerotto ferito... Nemmeno l’orizzonte era capace di contenere l’esaltazione di quel momento... Le aveva chiesto di sposarlo, e lei... lei si era messa a piangere... Era stato il suo modo di dire di sì, di dirgli che anche lei voleva sposarlo, che voleva condividere insieme a lui ogni ora della propria vita... finché morte non ci separi... Dalla finestra entrava a malapena il chiarore scialbo di una mattina di pioggia. Perché il magistrato non accendeva almeno la lampada sulla scrivania? Quella penombra lo faceva sentire peggio che mai. Aveva bisogno di luce, tanta luce, per fare chiarezza... “Lei si è introdotto in casa della sua ex moglie, usando una copia delle chiavi, e ha aspettato che la signora tornasse...” Ecco, il magistrato si accontentava di sapere le cose più banali. “Volevo solo parlare un po’ con lei...” Era vero. “Sua moglie come ha reagito, quando l’ha trovata in casa?” “Non sembrava troppo contenta.” “E poi?” “Ha gridato... Voleva che me ne andassi...” “Era suo diritto.” “Certo, è vero... Ma non è facile... Cerchi di capire... Se un giorno sua moglie... Lei è sposato?” “Guardi, non mi sembra il caso... Risponda alle domande...” “Sì, mi scusi.” Ripensava a quanto erano belli i litigi di una volta con sua moglie, quando si scannavano per un nonnulla, ma erano vicini... Erano una famiglia... E lui non si era mai immaginato che questo potesse finire... Non era concepibile... “Perché non ha rispettato la volontà di sua moglie?” “Volevo farle capire che... Noi due... Lo so, lei non voleva più saperne, e secondo me si sbagliava... Io ero pronto a tutto... Ma lei non voleva ascoltarmi...” “Sua moglie aveva tutto il diritto di non ascoltarla, non crede?” “Non la riconoscevo... Mi ha umiliato, mi ha detto cose terribili...” Risentiva nelle orecchie quelle frasi, e ancora non riusciva a capacitarsi… ‘Sei un fallito, un incapace, un imbecille… Accidenti a me che ti ho sposato…’ “Vada avanti...” “Non mi aveva mai parlato così.” Com’era bello, un tempo, tornare a casa e potersi sentire importante. E se lui era di cattivo umore, sua moglie cercava di coccolarlo, e se lui le vomitava addosso la sua rabbia, lei subiva con pazienza... Sì, adesso lui sapeva di essere stato ingiusto con sua moglie... Dava per scontato che lei ci fosse comunque, che avrebbe sopportato il suo veleno, la sua frustrazione... Ma quella sera voleva dirle questo, voleva farle capire che... “Avrebbe dovuto lasciarla in pace.” “Volevo solo dirle che non ero più come prima, che avevo capito...” “Forse era troppo tardi.” “Non per me... Le giuro che io...” Invece sì, era troppo tardi. Adesso si vergognava di aver fatto il bambino con sua moglie. L’aveva sempre trattata come una mamma, una mamma che per amore sopporta ogni cosa. Era convinto che lei non se ne sarebbe mai andata, non poteva nemmeno immaginarlo… Lo considerava impossibile, le mamme non se ne vanno... “La pedinava?” “Sì, mi capitava di seguirla... Volevo sapere cosa faceva, dove andava...” “Cioè se aveva un altro uomo?” “No... Cioè... Volevo soltanto capire come vivesse senza di me... Come potesse... Non potevo farne a meno... Anche se avevo il terrore di vedere che... Non so se riesce a capire... Avevo sempre pensato che senza di me lei si sarebbe sentita... come perduta...” 1-continua