REDAZIONE FIRENZE

Premio Aspen, a Roma il professor Bindi premiato per i "quasicristalli"

Al docente di mineralogia dell'Università di Firenze, pratese, il riconoscimento insieme a Paul J.Steinhardt dell'Università di Princeton

Luca Bindi (a sinistra) e Paul J.Steinhardt all'Istituto Aspen a Roma

Firenze, 25 ottobre 2018 - Luca Bindi, docente di Mineralogia dell’Università di Firenze, pratese, è il vincitore del Premio Aspen 2018 per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti. La consegna del riconoscimento si è svolta oggi a Roma all'Aspen Institute Italia.

Il riconoscimento gli è stato attribuito, insieme a Paul J.Steinhardt dell'Università di Princeton, per gli studi sui quasi cristalli. La ricerca vincitrice è al centro di un documentario dal titolo “Quando la scienza diventa avventura, la scoperta dei quasi cristalli”, realizzato dal Laboratorio Produzioni Multimediali dell’Università di Firenze visibile sul canale youtube dell’Ateneo fiorentino (guarda il video).

Il Premio Aspen è un premio annuale nato nel 2015 attribuito a una ricerca nell’ambito delle scienze naturali, teoriche o applicate, frutto della collaborazione tra scienziati e/o organizzazioni di ricerca dell’Italia e degli Stati Uniti.

I quasicristalli sono solidi nei quali gli atomi sono disposti in maniera non periodica, cioè non ripetitiva, e seguono simmetrie ritenute impossibili in natura. In un'intervista alla Nazione, al tempo della prima scoperta, il professor Bindi spiegò così i quasicristalli: "I minerali sono sempre stati descritti come materiali cristallini, ossia dotati di strutture in cui gli atomi si ripetono a intervalli regolari. Qualche minerale però sfuggiva dalla sua natura cristallina, presentando strutture con atomi disposti senza alcun ordine a lungo raggio, come accade nello stato vetroso, formando i cosiddetti minerali amorfi. Circa una trentina di anni fa Dov Levine e Paul Steinhardt ipotizzarono l’esistenza di un terzo ‘tipo’ di materiale, una via di mezzo tra lo stato cristallino e lo stato vetroso, un materiale con caratteristiche impossibili che infatti i due autori chiamarono prima impossible crystals e poi quasicrystals (quasicristalli)".