
La promessa: Rossi e Jindal
Firenze, 6 settembre 2014 - "Spero di aiutiare Piombino a tornare ai vecchi giorni di gloria con il nuovo piano industriale": lo ha scritto il magnate indiano Sajian Jindal nel libro delle visite alla presidenza della Regione Toscana, dopo che stamani ha incontrato il presidente Enrico Rossi per discutere dell'acciaieria Lucchini a Piombino, per la quale il suo gruppo Jsw ha fatto un'offerta. L'incontro e' stato deciso
ieri sera, si e' tenuto stamani ed e' durato circa un'ora. Quello "dell'impianto di acciaio di Piombino e' stato il principale punto di discussione" con il governatore Rossi, ha anche scritto Jindal. Sempre stamani, ma in precedenza, Jiindal aveva incontrato il premier Matteo Renzi nella sede della prefettura di Firenze per parlare dello stesso tema. L'incontro tra il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente di Jsw Steel Sajjan Jinda si e' svolto stamani attorno alle nove, poco prima della partenza di il premier per Brescia. L'incontro, tenuto riservato e svoltosi in prefettura, ha preceduto quello degli industriali indiani interessati all'acquisto di una parte delle acciaierie Lucchini di Piombino con il governatore della Toscana Enrico Rossi. Proprio la situazione dello stabilimento piombinese è stato uno dei principali argomenti dell'incontro. "Torniamo ai giorni di gloria", ha scritto il magnate sul libro degli ospiti del presidente Enrico Rossi. Un impegno concreto dunque per far tornare Piombino ai fasti di un tempo nel campo dell'acciaio entro due anni.
A Piombino c'è attesa per la seconda offerta vincolante per l'acquisto della Lucchini da parte della società indiana. La prima offerta presentata a metà luglio, era stata ritenuta inaccettabile dal commissario straordinario Piero Nardi sia dal punto di vista economico (si parla di circa 10 milioni per l'acquisto) sia dal punto di vista occupazionale. Avrebbe assorbito solo 700 dipendenti (rispetto ai 2200 attuali) a fronte dell'acquisto solo dei laminatoi e delle aree portuali. E adesso l'apertura di Jindal, per Piombino vorrebbe dire tornare a produrre acciaio. E l'incontro di stamani con Renzi potrebbe rappresentare un'accellerazione della trattativa - a Piombino i sindacati non sono stati ancora convocati dall'azienda per la presentazione dell'offerta vincolante. L'INTERVENTO DI GIULIANI "Mi pare che si possa parlare di un grosso passo in avanti". Cosi' il sindaco di Piombino Giuliani ha commentato la notizia dell'incontro. "Da quanto ho saputo - ha aggiunto Anselmi - si evince che la presenza di Jindal non dovrebbe essere una presenza temporanea, ma si puo' essere autorizzati a pensare che Jsw voglia contribuire a riaccendere l'area a caldo e fare di Piombino un moderno polo strategico per la produzione e la lavorazione dell'acciaio". L'INTREVENTO DI FRANCINI E intanto arrivano le prime reazioni. "Ho saputo dell'incontro tra Rossi e Jindal, ma ho l'impressione che ci sia ancora tutto da capire". Cosi' Paolo Francini, l'operaio della Lucchini che nei giorni scorsi ha fatto 48 ore di sciopero della fame per sensibilizzare l'attenzione sulla vicenda della cessione dell'acciaieria. "Nel concreto si tratta di capire cioe' - ha aggiunto Francini - se effettivamente Jindal vuole realizzare il Corex e il forno elettrico e quindi realizzare gli investimenti necessari che potrebbero permettere di riassorbire tutta l'occupazione. E d'altra parte si tratta di capire come si vogliono riassorbire i lavoratori e a quali condizioni". "Questo e' certo un punto successivo, ma di miraggi qui a Piombino ne abbiamo visti fin troppi". "Ora spetta al Governo - ha concluso Francini - chiarire una volta per tutte la vicenda senza rimandare nuovamente e senza prenderci in giro come e' successo con l'impegno di non spegnere l'altoforno e con la promessa della 'Concordia' a Piombino". L'INTERVENTO DI MANCIULLI "Esprimo grande soddisfazione per la notizia delle iniziative di confronto promosse questa mattina a Firenze da Matteo Renzi ed Enrico Rossi con Jindal - afferma Andrea Manciulli, piombinese, deputato PD, Presidente della Delegazione italiana alla NATO - Finalmente abbiamo la possibilita' di intravedere una prospettiva per il futuro delle acciaierie di Piombino e dell'industria siderurgica italiana, di cui la Lucchini e' un pezzo fondamentale. - Credo sia giusto fare i complimenti e ringraziare il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi per il lavoro fatto per rilanciare una prospettiva di futuro per le acciaierie di Piombino. Ci metteremo tutti al lavoro per supportare questa possibilita', ognuno nelle proprie vesti istituzionali", conclude Manciulli. L'INTERVENTO DI RENDA "Sicuramente dopo tanti anni di attesa se dovesse andare come sembra e' una notizia non buona, ma ottima". Con queste parole il segretario della Uilm di Livorno Vincenzo Renda ha commentato l'esito dell'incontro tra Rossi e il presidente di Jsw Steel. "Naturalmente un giudizio puntuale potremo darlo - ha aggiunto Renda - quando conosceremo nei dettagli il contenuto dell'offerta vincolante. Jindal rappresenta un gruppo importante e se fara' di Piombino, come abbiamo appreso, uno dei centri siderurgici piu' importanti di Europa e' la dimostrazione della sua esperienza e lungimiranza nel settore dell'acciaio". Sarebbe la giusta ricompensa - conclude - non solo alle richieste e alle rivendicazioni degli ultimi anni ma anche il giusto riconoscimento a tutto il territorio e alla sua storia". L'INTERVENTO DI MIRKO LAMI "E' una grossa speranza per Piombino, ma nutro ancora perplessita' che possono sciogliere Rossi e Renzi in un incontro con le organizzazioni sindacali": cosi' Mirko Lami della rsu Fiom Lucchini. "Ora il Governo ha gli strumenti per tirare le somme - ha proseguito Lami - e capire come impiegare i lavoratori nel tempo necessario a Jindal per costruire la nuova area a caldo: impiegarli nelle bonifiche, nello smantellamento delle navi militari oppure fa ripartire la cokeria per rifornire Taranto".
"Dall'incontro di oggi a Firenze pare sia scaturito l'impegno a far riaprire l'area a caldo - conclude Lami - Restano comunque da chiarire tempi e modi: se si vuol ripartire con l'altoforno esistente o appunto costruire nuovi impianti per la produzione dell'acciaio, con tempi che immagino lunghi. Se ad esempio la nuova acciaieria dovesse entrare in funzione tra un paio di anni dobbiamo capire come impiegare nel frattempo la forza lavoro per impedire che il territorio subisca un ulteriore contraccolpo".