Luce! sulle battaglie del presente. Tecnologia, diritti e uguaglianza. Da Allevi a Gazzoli, ora parlano i big

Oggi nel Salone dei Cinquecento il ritorno sul palco, come autore, della stella del pianoforte. Con lui tanti ospiti per parlare di inclusione, rinascita e voglia di affrontare le sfide del nostro tempo. .

Luce! sulle battaglie del presente. Tecnologia, diritti e uguaglianza. Da Allevi a Gazzoli, ora parlano i big

Oggi nel Salone dei Cinquecento il ritorno sul palco, come autore, della stella del pianoforte. Con lui tanti ospiti per parlare di inclusione, rinascita e voglia di affrontare le sfide del nostro tempo. .

Che rumore fa il progresso? E che suono ha l’intelligenza artificiale? Come far risuonare le battaglie per i diritti, per l’uguaglianza, per le libertà? Oggi a Palazzo Vecchio dalle 10, nel Salone dei Cinquecento, saranno gli ospiti del quarto Festival di Luce! a provare a dare una risposta a queste domande, a modo loro, con le loro specifiche voci. Che arrivano dal mondo della musica e da quello della scuola e dell’università, dal lavoro e dallo sport, dalla musica e dai social.

Attesissimo il ritorno sul palco – anche se non al pianoforte ma come autore del libro ‘I nove doni’ (Ed.Solferino) – del compositore Giovanni Allevi, intervistato dalla direttrice di QN, La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e Luce! Agnese Pini. Una voce, quella del musicista ascolano, 55 anni, che sta tornando a farsi sentire, piegata ma non spezzata da due anni di malattia, un mieloma multiplo; una voce che non ha mai perso il tono di speranza e che ha trovato nelle note la cassa di risonanza per far volare, anche da un letto di ospedale, i suoi sogni.

"Se non c’è più certezza del futuro, bisogna vivere più intensamente il presente – ha ammesso Allevi –. Quando ho affrontato concretamente l’ipotesi di una possibile fine, s’è impossessata dei miei pensieri la grande speranza - o grande illusione - dell’immortalità dell’anima". Vivere il presente, sognando il domani, ma non perdendo di vista i momenti significativi di ogni giorno: il suo è un messaggio di coraggio di un guerriero innamorato della vita.

Una ’fame’ (di vita) pari forse a quella dei giovani, delle generazioni future, che oggi si affacciano a una società profondamente segnata da diseguaglianze, mancanza di equità, diritti negati e fenomeni, come quello delle discriminazioni verso minoranze e soggetti fragili o come la violenza di genere, che sono ancora profondamente radicati nella nostra cultura. Allora l’Intelligenza artificiale, le sue applicazioni, le nuove tecnologie devono diventare strumento di inclusione, di equità, per abbattere quelle barriere che dividono e per stringere legami tra le persone. Pensiamo ai social e alle potenzialità che hanno di mettere in contatto gli utenti e veicolare messaggi in modo immediato, velocissimo, in tutto il mondo.

Il suono del progresso può essere allora anche una notifica su Instagram o su TikTok. Al Festival di Luce! raccontano potenzialità e rischi delle piattaforme influencer da migliaia di followers, come il poeta Davide Avolio, amatissimo dalle giovani generazioni e capace di affascinare con l’eterna arte in versi il pubblico del futuro. Battaglie sociali e social a suon di note si incontrano invece in Pietro Morello, musicista, content creator e operatore umanitario torinese, che nel suo spettacolo Non è un concerto (ripartirà a novembre), negli ospedali e nelle missioni porta avanti la sua battaglia per la Felicità: "Non ci nascondiamo, il mondo è egoista, ma possiamo rendere questo egoismo positivo: io contribuisco alla mia felicità personale che si basa sulla felicità degli altri. Se gli altri sono felici, se i bambini con cui lavoro sono felici, allora anche io lo sono".

Se di piattaforme si parla impossibile non citare un altro degli ospiti , il podcaster e conduttore tv e radio Gianluca Gazzoli, autore del format ‘Passa dal BSMT’ che in materia di IA dice: "Per mia attitudine credo che possa essere una svolta per tutti, bisogna capire cosa diventerà. Se usata nel modo giusto ci aiuterà a fare quello che già facciamo, senza sostituirci".

Marianna Grazi