BIANCASTELLA
Cronaca

Lucrezia La poetessa dimenticata

Biancastella

Antonino

Lucrezia Tornabuoni, forse il nome da solo non ci dice nulla, ma se uniamo le date in cui è vissuta, 1425-1482, il nome del suo consorte, Piero de’Medici, e quello dei suoi due figli maschi, Giuliano e Lorenzo, ecco che ci diventa più familiare. Eppure Lucrezia, più nota per essere la madre di Lorenzo il Magnifico, è stata una poetessa di un certo valore, componeva sonetti che amava leggere ai suoi amici poeti, Luigi Pulci e Angelo Poliziano e si dilettava a comporre biografie di santi e di personaggi biblici, soprattutto femminili. Alcune suoi componimenti sono giunti fino a noi, come il suo epistolario che ci fa conoscere la vita mondana e le feste che si svolgevano a Firenze, nonché la condizione delle donne fiorentine che godevano di una certa libertà. I repertori sottolineano che Lucrezia non era bella, naso lungo e mento sporgente, e che quando andò sposa a Piero portò una dote modesta, però era una donna intelligente, colta e anche portata per gli affari che gestiva con disinvoltura, su delega del marito, finanziando chiese e conventi, ma anche artigiani e mercanti. Provvide all’istruzione dei figli non solo con valenti maestri, ma insegnando lei stessa il latino. Per le sue doti e il suo decisionismo suo suocero la definì "l’unico uomo della famiglia". Già, perché una donna se è intelligente e intraprendente non può che essere paragonata a un uomo! Ma Lucrezia è una donna, e di grande intuito oltreché di grande cultura: sarà sua la scelta di far sposare Lorenzo con una Orsini, non fiorentina ma nobile, sfidando le critiche dei fiorentini; non fu per lui un matrimonio felice, ma la madre fu sempre al suo fianco in tutte le circostanze, anche le più difficili, e quando Lucrezia morirà, nel 1482, il Magnifico scriverà di essere sconsolato, non avendo perso solo la madre, ma l’unico "rifugio" di tutti i suoi affanni e l’unico "sollevamento" di tutte le sue fatiche.