PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

L’unico medico presto in pensione: "Vorrei continuare, aspetto un sì"

Enzo Leonardo a ferragosto dovrebbe lasciare dopo due anni di proroga: Marradi e Palazzuolo tremano "Qui i pazienti mi vogliono bene, chissà cosa decideranno i piani alti. Non c’è programmazione" .

Enzo Leonardo a ferragosto dovrebbe lasciare dopo due anni di proroga: Marradi e Palazzuolo tremano "Qui i pazienti mi vogliono bene, chissà cosa decideranno i piani alti. Non c’è programmazione" .

Enzo Leonardo a ferragosto dovrebbe lasciare dopo due anni di proroga: Marradi e Palazzuolo tremano "Qui i pazienti mi vogliono bene, chissà cosa decideranno i piani alti. Non c’è programmazione" .

Il dottor Enzo Leonardo vive a Palazzuolo sul Senio, nella casa di suo padre, che era medico di base in paese. Ora è l’unico medico di famiglia in servizio, per due comuni, quello dove risiede e Marradi. Tra pochi mesi però, a ferragosto di quest’anno, anche lui andrà in pensione essendo della classe 1953 ed avendo già avuto due anni di deroga.

Dottore, sarà un bel problema per i residenti. "Potrei ancora fare qualcosa e continuare. Ma non so che intenzioni ci sono a livello alto. Certo, siamo ormai a febbraio, i tempi non sono lunghissimi. Ho la sensazione che anche nelle situazioni emergenziali non ci sia una grande programmazione. A me questo lavoro piace e se mi chiedessero di continuare, lo farei".

Perché a Marradi e Palazzuolo i medici non vogliono venire? "Me lo chiedo anch’io. Perché per me è il lavoro più bello del mondo".

Che consiglio darebbe a un medico fiorentino in cerca di lavoro? "Chi viene qua deve pensare ad un’avventura e può essere davvero bella. Mio padre lavorava al Meyer di Firenze, poi sposò mia madre, venne su e mollò tutta la carriera che avrebbe potuto fare a Firenze. Certo, per uno che va a teatro, al cinema e gli piace la vita di città qua non è il posto giusto".

Quali le principali difficoltà? "Qui non ti sostituisce nessuno. Io sono andato a lavorare anche con la febbre. Le ferie non so cosa siano. In ambulatorio a Borgo i medici sono due o tre, e se uno manca chiede all’altro di sostituirlo, qui non è fattibile".

Regione e Asl cosa dovrebbero fare per risolvere questa situazione? "Devono mettersi le mani in tasca. Nelle zone disagiate pagavano i medici di più. Alla fine è una questione di soldi. Devono considerare questi territori come disagiati e quindi dare una quota maggiore per assistito".

Vede anche altri problemi nella situazione che si è venuta a creare in Alto Mugello? "Prima di tutto ci si dovrebbe ricordare che siamo zona di confine tra due regioni. L’80% degli abitanti va a curarsi a Faenza, a Imola. Le nostre esenzioni in Romagna le considerano carta straccia e i nostri pazienti devono pagarsi medicine e prestazioni. E questo perché i pc dell’Usl in Romagna non si interfacciano con quelli della Toscana".

I pazienti come sono? "Brave persone, mi vogliono bene tutti. Non me ne andrei solo per questo. Ho un rapporto molto buono con le persone, ti regalano i tartufi, ti portano le uova. Se fossi un medico di Firenze che deve iniziare la carriera gli consiglierei di provare. Poi potrà decidere il da farsi. E’ un’esperienza da fare".

Paolo Guidotti