di Barbara Berti
"Un’esperienza unica dove ho potuto vivere tutta la forza e la potenza dell’arte rinascimentale in una città come Firenze dove cultura e arte sono preziose e importanti da secoli". Parola di Liu Bolin, l’artista cinese che ha fatto del camouflage il suo tratto distintivo tanto da essere soprannominato "l’uomo invisibile". Dipingendo il suo corpo e rimanendo immobile come una scultura vivente, Bolin si fonde perfettamente con l’ambiente circostante e poi si fa fotografare. Dopo aver portato le sue performance a Milano, Venezia, Verona, Roma e Caserta, il "camaleonte dell’arte" è arrivato a Firenze: fino al 18 settembre nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio (10-18, ingresso libero tutti i giorni) si può ammirare la personale dell’artista dedicata al progetto "Hiding in Florence", realizzata in collaborazione con il Comune, promossa dalla Galleria Gaburro e curata da Marco Bazzini. In tutto sei straordinari scatti che lo vedono fondersi con piazza Signoria, le Gallerie degli Uffizi, la Biblioteca Marucelliana e lo stesso Palazzo Vecchio.
Liu Bolin, a Firenze per la prima volta: emozionato?
"Essere qui è per me motivo di orgoglio. Questo lavoro, un percorso iniziato a ottobre dell’anno scorso, mi ha permesso di confrontarmi con grandi artisti del passato come Giorgio Vasari, Antonio Canova, Pieter Paul Rubens e altri maestri che hanno reso Firenze una delle città più affascinanti del mondo. Una città che amo fin da quando ero uno studente…"
Ci spiega meglio?
"Chi vuole seguire un percorso di studi dedicato all’arte non può non amare Firenze. Io, ancora prima di frequentare l’università, mi dedicavo alla riproduzione delle statue dei Medici".
Perché mimetizzarsi con ciò che la circonda?
"Sapersi fondere con ambienti e opere d’arte non è un nascondersi o uno sparire nel contesto circostante bensì un divenire una sola cosa con ciò che ci circonda. In questo modo si crea una relazione reciproca con l’ambiente. Secondo la cultura cinese, l’uomo è parte della natura e in queste opere non sparisco: mi unisco alla natura stessa".
Quali emozioni vive dopo l’immersione con l’ambiente?
"Il periodo in cui mi mimetizzo mi trasmette forte energia anche se devo stare fermo immobile per ore. Cosa rappresenta questa mostra per me? Un passo verso il sogno di una vita".