Lupi in azione a San Michele a Torri, sbranate ventidue pecore. Il fatto è successo nei giorni scorsi, i predatori sono entrati nei recinti e hanno fatto razzia. Le pecore appartengono alla fattoria di San Michele. Ad accorgersi di quello che era successo è stato il fattore, Leonardo Francalanci, con gli operai che la mattina governano gli animali. Non è la prima volta che succede un fatto del genere, tempo addietro i Lupi riuscirono ugualmente a entrare nel recinto delle pecore e ne uccisero undici. Altro episodio si è verificato nei giorni scorsi a Cerbaia. In questo caso la mattanza è stata filmata dalle fototrappole, sei le pregiate pecore d’angora sbranate da un branco di sette lupi. La situazione è davvero complicata. Gli agricoltori della zona sono esasperati da queste continue incursioni che causano danni economici e tengono comunque in apprensione tutti. Qualche tempo fa, nella zona di San Martino alla Palma, i lupi hanno sbranato un capriolo nel giardino di una villetta, davanti agli occhi esterrefatti di una famiglia.
E a inizio dicembre un lupo ha aggredito un allevatore di cavalli, Massimiliano Pelagatti, all’interno del recinto della sua azienda agricola a Lastra a Signa. In quel caso l’animale si è avventato sulle gambe procurandogli diverse ferite. L’uomo è riuscito a salvarsi solo grazie all’intervento del proprio cane. Da tempo le associazioni di categoria degli agricoltori chiedono un intervento deciso per risolvere la questione. "I lupi non sono più da contare, ma da contenere. La situazione non è più sostenibile, sta peggiorando sempre di più - ha sottolineato a più riprese Valentino Berni, presidente Cia Toscana – ormai gli episodi accadono non più e non solo in una zona di boschi e vegetazione, ma nelle aree urbane".
L’attacco di Scandicci è solo l’ultimo in ordine di tempo di una mattanza che ormai va avanti da anni tra attacchi agli allevamenti, ovini e bovini, ma sono stati anche azzannati e uccisi cani da guardia, asini e cavalli. Dopo l’inserimento del lupo nell’allegato della convenzione di Berna, che rende meno stringente la protezione della specie, deciso in sede europea, c’è la necessità che gli stati membri, ma anche la Regione Toscana, adottino politiche che per gli agricoltori devono essere necessariamente di contenimento. Queste politiche in passato non ci sono state e ciò ha portato a un aumento del numero dei lupi, con conseguenti danni. C’è anche preoccupazione per le possibili conseguenze sulle persone. Lupi sempre più vicini ai centri abitati, sempre più audaci, potrebbero diventare un problema.
Fabrizio Morviducci