STEFANO BROGIONI
Cronaca

Maati, retroscena da brividi. Uno sputo a una ragazza in disco. Poi la caccia all’uomo sbagliato

Uno scambio di accuse per il furto di una sigaretta elettronica avvenuto l’estate precedente: ecco l’assurda miccia che accese la notte di violenza culminata nell’omicidio del 17enne.

FIRENZE

La caccia all’uomo iniziò per uno sputo in faccia a una ragazza, dopo un’accusa di un furto di una sigaretta elettronica.

Ma la caccia all’uomo finì con l’identificazione della persona sbagliata: Maati Moubakir. E la furia cieca del branco non s’arrestò, neanche quando il 17enne di Certaldo chiedeva aiuto e gridava al gruppo che si accaniva su di lui con bastoni e lame: "Non sono io quello che cercate".

Nuovi, agghiaccianti dettagli emergono dall’inchiesta sull’omicidio di via Tintori a Campi Bisenzio del 29 dicembre scorso. Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Antonio Natale, sono culminate alcune settimane fa nell’arresto di cinque dei sei indagati. Uno di questi, Diego Voza, con il suo difensore Martina Bartoli, ieri mattina ha fatto ricorso al tribunale del Riesame contro la misura scattata a fine gennaio. Di contro, la procura ha risposto depositando nuovi atti che dimostrerebbero il pericolo di fuga: nei giorni immediatamente successivi al delitto di Maati, Voza avrebbe meditato di allontanarsi per un po’, raggiungendo Barcellona con un bus. La decisione dei giudici è attesa nei prossimi giorni.

Intanto, come detto, il quadro probatorio ricostruito dagli inquirenti si fa sempre più chiaro a cominciare dall’innesco di quella notte culminata nel sangue. Con retroscena da brividi.

Tutto sarebbe iniziato con un alterco dentro la discoteca Glass Globe tra una ragazza della compagnia di Campi Bisenzio e un ragazzo, probabilmente non del posto. Quest’ultimo sarebbe stato additato dalla giovane donna di essere il responsabile del furto della sua sigaretta elettronica “Iqos“ avvenuto addirittura l’estate precedente. Questi, per tutta risposta, avrebbe risposto all’accusa sputando in faccia alla ragazza per poi dileguarsi. Un gesto che ha scatenato una ridda di ricerche e telefonate mirate a ritrovarlo e dargli “una lezione“.

Così, nel giardino della scuola Matteucci, nel dopo discoteca, la ricerca del responsabile sarebbe andata avanti con l’aggiunta di persone che non erano neanche in discoteca fino all’"identificazione", si fa per dire, di Maati. Che con quel furto della sigaretta elettronica, e con quello sputo, non c’entrava nulla.

Ma ormai era infilato suo malgrado dentro a quella spirale di violenza cieca e incontrollata, quasi interamente ripresa dalle telecamere.

Quelle dei portici, dove avvenne la prima fase della cruenta aggressioni con i coltelli, e quella sul bus, dove Maati, già gravemente ferito, è riuscito a salire ma poi ha ricevuto il fendente al cuore.Probabilmente quello letale, ma sarà l’autopsia, le cui conclusioni non sono ancora state consegnate, a stabilirlo.

In carcere dal 10 gennaio ci sono Francesco Pratesi, 18 anni, Denis Mehmeti, 20, e Ismail Arouizi, 22. Più recentemente, una seconda ordinanza di custodia cautelare sempre in carcere, ha raggiunto altri due giovanissimi di Campi Bisenzio, Diego Voza, 18 anni, e Denis Alexander Effa Ekani, 20.

A tutti viene contestato l’omicidio volontario con le circostanze aggravanti dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, alla luce della particolare efferatezza dell’azione criminosa, palesata nell’azione delittuosa nonostante la giovanissima età degli indagati.

Stefano Brogioni