Firenze, 31 gennaio 2025 – Ucciso per errore. Per uno scambio di persona. Per un taglio di capelli simile. Maati Moubakir lo aveva urlato ai suoi aguzzini mentre lo pugnalavano a morte. “Non sono stato io, non sono io, lasciatemi stare”. Ma a nulla è servito. La vita del 17enne di Certaldo si è fermata nella notte del 29 dicembre. A pochi passi dalla discoteca di Campi Bisenzio (Firenze), dove aveva passato la serata con gli amici.
Sono gli inquietanti dettagli che emergono dalle indagini della procura di Firenze, eseguite dai carabinieri di Signa, sull’omicidio del minorenne. La svolta, stando a quanto trapela, sarebbe arrivata anche grazie a nuove testimonianze di chi quella sera ha assistito al massacro. Il branco voleva farla pagare a un coetaneo della vittima per le offese rivolte a delle ragazze. Poco dopo è deflagrata una prima lite ai giardinetti, a pochi metri dal club notturno. Da lì la caccia all’uomo. Quello sbagliato, però. Poi le cinque le coltellate. In una sequenza che fa rabbrividire.
Cinque in totale, da ieri mattina alle 6.30, sono anche i giovani finiti dietro le sbarre e accusati dell’omicidio. Il nuovo arresto è scattato per un 19enne e un 21enne: Diego Voza e Denis Alexander Effa Ekani, difesi rispettivamente dagli avvocati Martina Bartoli e Vanessa Luperi. I due giovani fermati dai carabinieri “sono stati ritenuti gravemente indiziati di aver attivamente preso parte all’evento delittuoso”, fa sapere la procura di Firenze che ha coordinato le indagini.
In carcere a Sollicciano dal 10 gennaio ci sono invece Francesco Pratesi, 18 anni, Denis Mehmeti, 20, e Ismail Arouizi, 22. A tutti viene contestato l’omicidio volontario con le circostanze aggravanti dall’aver agito per futili motivi e con crudeltà, alla luce della particolare efferatezza dell’azione criminosa, palesata nell’azione delittuosa nonostante la giovanissima età degli indagati.
I due arrestati – in tutto gli indagati sono sei – avrebbero preso parte, secondo le indagini, alla seconda fase dell’aggressione. Quella della fuga di Maati e precedente al pestaggio avvenuto con casco e spranghe. Voza e Ekani, si legge, avrebbero inferto due fendenti alla schiena del 17enne mentre era in corsa. In attesa degli esiti dell’autopsia, disposta dal pm titolare dell’indagine, Antonio Natale, a referto risultano cinque le coltellate sul corpo della vittima: quelle per l’appunto al dorso, due al torace – una ha centrato il cuore – e l’ultima al volto (che ha incrinato la calotta cranica).
Quale è stata quella letale? Saranno gli esami a svelarlo. Come gli accertamenti tecnici previsti sugli smartphone degli indagati faranno luce sull’esatta dinamica di quella notte. E magari su eventuali altri responsabili.
Le immagini e le voci registrate hanno dato conferma ai carabinieri della brutalità del delitto. Una ferocia e una ricostruzione agghiacciante: alle 5.30 Maati aveva cercato di sfuggire all’assalto del gruppo di ragazzi. Poi aveva tentato di salire su un bus per scappare. Ma è stato afferrato e colpito al torace all’altezza del cuore.
Pietro Mecarozzi