Firenze, 10 ottobre 2019 - Mafia, in Toscana "C'è un rischio che si misura in termini di probabilità", e "noi siamo qui per cercare di sensibilizzare". Lo ha affermato Giuseppe Governale, direttore della Direzione Investigativa Antimafia, interpellato dai cronisti sull'esistenza del rischio di infiltrazioni mafiose in Toscana, a margine della firma di un protocollo d'intesa sul tema in Prefettura a Firenze. "Brescello - ha ricordato - è distante da Firenze 194 chilometri, Palermo è distante da Catania 210 chilometri: e a Brescello sappiamo cos'è successo, un'infiltrazione rilevante della 'ndrangheta che è riuscita perfino a disarticolare gli equilibri di compagini di amministrazione locale, approfittando della disattenzione".
"Abbiamo il dovere di mettere in sicurezza questo territorio, abbiamo dovere di farlo soprattutto per garantire non solo che gli appalti pubblici non vadano nelle mani sbagliate, ma che non ci siano contaminazioni, che non ci sia una metastatizzazione del territorio e del tessuto produttivo", ha detto il prefetto di Firenze, Laura Lega, in occasione della firma del protocollo.
L'atto, che rinnova un analogo protocollo stipulato nel 2015, introduce due novità: la prima è l'impegno da parte degli enti a richiedere alla prefettura le informazioni antimafia dei privati che cedono ai Comuni aree da destinare a uso pubblico dopo aver realizzato 'opere di scomputo' e per ogni concessione edilizia privata che superi i 2 mila metri quadrati, e su concessionari o gestori di interventi infrastrutturali di urbanizzazione. L'altra novità sono i controlli, condivisi da Prefettura e Comuni, sulle attività di somministrazione, ricettive, di intrattenimento, di scommesse e di vendita, sia al dettaglio che all'ingrosso, sulle quali i Comuni segnaleranno ogni quattro mesi le variazioni di titolarieta'.
Per il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, "questo protocollo costituisce uno strumento importante ed efficace nella lotta alle infiltrazioni. Questa è la strada giusta, perché la mafia specialmente in Toscana non ricorre a manifestazioni eclatanti, omicidi, attentati, non fanno parte della strategia mafiosa". "La strategia mafiosa in Toscana - ha aggiunto Creazzo - si realizza attraverso l'acquisizione di settori economici sempre piu' importanti: quindi i controlli negli esercizi pubblici, di tutto cio' che avviene sotto il profilo di acquisizione di settori dell'economia, sono molto importanti".
"Noi spesso ci illudiamo che vivendo nella Toscana civile, non vi siano rischi di infiltrazioni: invece se guardiamo i dati e' spaventoso il fatto che la criminalita' organizzata prosperi soprattutto nelle regioni ricche", ha affermato il sindaco di Firenze, Dario Nardella. "Credo che sia fondamentale - ha aggiunto - tenere gli occhi apertissimi, perché la criminalita' organizzata non deve attecchire nel nostro territorio, nelle nostre province, nelle nostre citta': e' come un cancro, quando attecchisce e' difficile poterlo sradicare. La prevenzione dunque e' fondamentale".