di Olga Mugnaini
La manifestazione, gli striscioni e l’incontro a Palazzo Vecchio non sono serviti. Ieri, per i lavoratori del teatro del Maggio è stata un’altra giornata con fumata nera. Nessuna notizia sul pagamento dei loro stipendi e nessuna data prevista per l’arrivo del commissario straordinario.
Si sa che, a sostituire il dimissionario sovrintendente Alexander Pereira sarà il dirigente del ministero Onofrio Cutaia, ma ancora la firma non c’è. Neppure dopo l’ennesima mobilitazione istituzionale.
Dopo una riunione informale con il consiglio d’indirizzo della Fondazione, il sindaco e presidente del teatro, Dario Nardella, ieri ha di nuovo scritto al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, ribadendo l’urgenza del provvedimento di commissariamento. Soprattutto per consentire la ripresa dell’ordinaria amministrazione del teatro, con lo sblocco del conto corrente del teatro, sul quale pesa la diffida dello stesso ministro ad effettuare una qualsiasi movimentazione, compresi i versamenti per le buste paga. Nonostante i soldi in cassa adesso ci siano.
"Abbiamo riunito il Consiglio di indirizzo per informarlo che abbiamo inviato al Ministero le controdeduzioni all’avvio del procedimento di commissariamento - spiega Nardella –. Abbiamo lavorato anche il fine settimana per dare una quadro quanto più completo possibile della attività del Cdi e della situazione della Fondazione e per consentire al Ministero di procedere il più rapidamente possibile alla procedura di commissariamento. Ho condiviso col ministro la necessità di agire velocemente e di lavorare in totale spirito di collaborazione perché prima di ogni interesse e di ogni giudizio politico viene il bene del teatro e il bene di chi ci lavora. Anche per questo abbiamo ritenuto di accelerare la nostra interlocuzione formale con il ministero per sbloccare il pagamento degli stipendi e delle attività della vita ordinaria del teatro".
E proprio i lavoratori del Maggio ieri hanno portato la loro protesta in consiglio comunale, dove sono stati ricevuti dai capigruppo di maggioranza e opposizione.
Alla politica della città è stato ribadito che ci si aspetta non solo il doveroso pagamento degli stipendi, ma una soluzione per il futuro del teatro e per la sua gestione, da troppi anni in profonda crisi: "Il Maggio Musicale fiorentino è investito da una grave crisi di governo – hanno ribadito Cgil e Cisl – che ha prodotto l’avvio della procedura di commissariamento. La gestione del nostro Teatro si è dimostrata profondamente inadeguata e non ha reso giustizia dell’impegno economico che le Istituzioni pubbliche e private hanno garantito in questi ultimi anni e dei sacrifici dei dipendenti, che hanno già subito consistenti riduzione dell’organico e delle proprie retribuzioni".
Nonostante ciò, è stato ricordato, in questi giorni i dipendenti del Teatro stanno continuando a lavorare con diligenza e professionalità, se pure in assenza di qualcuno che diriga stabilmente ed efficacemente la Fondazione, senza certezza sul pagamento dello stipendio.
"Non c’è tempo da perdere! Il Teatro non può restare senza guida - hanno concluso i rappresentati delle maestranze –. Chi lavora deve ricevere la propria retribuzione senza indugio. Non c’è nessuna ragione burocratica o rimpallo di responsabilità che possa giustificare una simile situazione. Perché i diritti di chi suona, canta, cuce, crea o monta le scene, siano rispettati".