OLGA MUGNAINI
Cronaca

Maggio, Pereira addio "Tutti contro di me Ho perso venti chili Ecco le dimissioni"

Il sovrintendente ha scritto al sindaco e al consiglio di indirizzo. Rivendica di aver fatto un ottimo lavoro e di aver portato sponsor. Nardella: "Un gesto improntato a forte senso di responsabilità".

di Olga Mugnaini

Il pressing ha funzionato. E ventiquattrore prima della sfiducia, di fatto annunciata, da parte del sindaco e del consiglio d’indirizzo, il sovrintendente del Teatro del Maggio, Alexander Pereira, ha rassegnato le dimissioni.

Un addio doloroso, sofferto, rinviato e praticamente obbligato, anche dall’arrivo di nuovi avvisi di garanzia, stavolta per malversazione di erogazioni pubbliche.

Tradotto, l’utilizzo del fondo statale di 35 milioni destinato a coprire i debiti della Fondazione per le spese correnti.

Ma Pereira ha le sue ragione che nel momento del forzato addio, mette in fila nella lettera al sindaco e al consiglio d’indirizzo: "Quando Dario mi ha dato l’incarico alla fine di 2019, io pensavo di fare il possibile da una situazione impossibile - scrive –. Forse l’impossibile era di pensare che si può portare il Maggio a un livello artistico di fama internazionale con un debito di 57 milioni di euro con un orrendo problema di cassa e con una necessità di creare un utile di 3,5 milioni tramite programmazione artistica, biglietteria e ricerca sponsor in mezzo di una pandemia".

Valutando i risultati dell’ultimo periodo, l’ormai ex sovrintendente del Maggio rivendica con orgoglio i traguardi dal punto di vista artistico: "Abbiamo aperto la Sala Mehta con Fidelio con Zubin Mehta, abbiamo vinto il premio Abbiati con il Ritorno d’Ulisse in Patria nella regia di Robert Carsen, che il teatro non vinceva da 17 anni - elenca – e anche l’apertura della Sala Grande con Don Carlo diretto da Gatti e la prima di Doktor Faust con la regia di Livermore, visitata da più di 100 critici e giornalisti da tutto il mondo. Testimonianze di questo sviluppo artistico, che hanno messo il Maggio Musicale Fiorentino tra i primi teatri d’Europa".

Ma è arrivata la pandemia assestando un duro colpo agli introiti del pubblico e alla ricerca degli sponsor. Nonostante ciò Pereira rivendica 9,7 milioni di euro di sponsorizzazione e ripresa della biglietteria: rispetto al 2022, nel primi 4 mesi di quest’anno si registra un incremento di un milione 200mila euro lordi.

Ma questi sono aspetti collaterali, secondo Pereira: "La vera ragione per la mia dimissione è un fatto personale. A parte di avere un compito molto difficile, di essere sempre attaccato dall’interno del teatro e dall’esterno, specialmente dalla stampa. Cosi non ho avuto mai un momento di tranquillità, e questa situazione mi ha fatto perdere 20 chili e mi ha portato a un momento di crisi di salute a dicembre. Ho avuto grande armonia dal pubblico e dagli artisti che mi hanno sempre sopportato, ma le forze che hanno lavorato contro di me, non hanno mai voluto prendere in considerazione la posizione del pubblico e degli artisti". Insomma, tutti o quasi contro di lui: "Mi dispiace che dopo aver lavorato tanti anni nei grandi teatri a Vienna, Zurigo, Salisburgo e Milano, l’esperienza a Firenze è diventata così triste, tanto che non mi sento più continuarla".

Decisione che invece fa tirare un bel sospiro di sollievo al sindaco e presidente della Fondazione Nardella, che anche venerdì scorso lo aveva caldamente invitato a dare le dimissioni, prima che arrivasse la sfiducia, o peggio ancora il commissariamento del teatro. Così subito dopo la lettera, Nardella risponde: "Ringrazio Alexander Pereira per questo gesto improntato a un forte senso di responsabilità. Questa sua difficile decisione non inficia il giudizio assolutamente positivo sul rilevante lavoro svolto in questi difficili anni segnati dal Covid, nel corso dei quali Pereira ha dato un vero rilancio alla programmazione artistica del Maggio Musicale Fiorentino".

Stamani ci sarà il consiglio d’indirizzo della Fondazione. Si potrà mettere un punto e iniziare a pensare a come ripartire.