REDAZIONE FIRENZE

Il lato oscuro del caso Magherini. Minacce alla difesa dei carabinieri

«Piombo in bocca» è scritto in una lettera all’avvocato Maresca

INCHIESTA Riccardo Magherini e, in alto, l’avvocato Francesco Maresca I funerali di Riccardo Magherini; in alto, l’avvocato Francesco Maresca

INCHIESTA Riccardo Magherini e, in alto, l’avvocato Francesco Maresca I funerali di Riccardo Magherini; in alto, l’avvocato Francesco Maresca

Firenze, 17 ottobre 2014 - LETTERE anonime e dispetti, diffamazioni e denunce. Sette mesi e passa d’indagine sulla morte di Riccardo Magherini hanno anche un’altra faccia, oltre a quella che vuole accertare cosa è successo nella notte tra il 2 e il 3 marzo scorsi. Così, dopo i post su facebook di poliziotti e carabinieri, oggetto di una denuncia per diffamazione da parte della famiglia Magherini, dal fascicolo del procedimento, consegnato in questi giorni alle parti in corrispondenza dell’avviso di chiusura indagini, spuntano anche minacce di morte e dispetti, da parte di ignoti, al difensore dei quattro carabinieri accusati di omicidio colposo (e uno anche di percosse), Francesco Maresca. Episodi che nulla hanno a che vedere con le indagini, ma che fotografano il clima di questi mesi.

AL COMANDO dei carabinieri è arrivata una lettera, anonima, partita da Milano e indirizzata a Maresca, contenente un ‘ultimatum’ a lasciare la difesa dei quattro militari, altrimenti «piombo in bocca». Maresca, nel giugno scorso, ha subìto anche il danneggiamento del portone del suo studio, nel centro di Firenze. Le telecamere di una vicina banca, hanno ripreso l’ingresso di un soggetto che, in pochi minuti potrebbe aver ‘incollato’ con l’Attak la serratura. In questo caso nessun riferimento esplicito al caso Magherini, ma il fatto è finito comunque nel fascicolo del pm Luigi Bocciolini. Altre lettere, contenenti carta igienica sporca, sono state recapitate ai carabinieri di via dei Pilastri. Missive identiche era arrivate ai carabinieri e agli assistenti sociali di Vicchio relativamente al processo Forteto: forse è la stessa mano. Dagli atti del fascicolo emerge infine che uno dei carabinieri indagati era già stato condannato per insubordinazione e ingiurie dal tribunale militare.

Stefano Brogioni