Guerra al ’mangificio’. La mappa dei divieti. E in diciannove strade solo arte, libri e gallerie

Via libera della giunta al piano di Vicini per la tutela di quaranta vie della città. Stop ad attività alimentari anche fuori dall’area Unesco. “È solo il primo passo”

Una turista in centro con l’ormai immancabile schiacciata (Foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 17 ottobre 2024 – Meglio un libro che una schiacciata con la finocchiona. Che i primi stanno sparendo dai radar (e dalle vetrine) mentre le seconde iniziano a restare sullo stomaco e non tanto ai turisti – che anzi vi affondano i denti sotto la Loggia dei Lanzi – quanto ai fiorentini che alcune strade del centro, diventate ’corridoi alimentari’, stentano quasi a riconoscerle. Palazzo Vecchio inquadra la malaparata di una città la cui identità va sgretolandosi e prova a mettere un argine al fenomeno della spersonalizzazione del tessuto urbano e così dichiara guerra al ’mangificio’ e allarga il fronte attivando divieti per nuovi locali di attività alimentari (anche se trasferite da un altro luogo del centro storico) in altre 39 strade (36 in centro e, per prima volta, 3 strade fuori dall’area Unesco). E in più con un piano ad hoc, fissa 19 nuove strade del centro in cui saranno ammesse solo attività di pregio come librerie, gallerie d’arte, antiquariato, arredamento o artigianato tradizionale.

Le novità, contenute nell’atto fortemente sostenuto dalla sindaca Sara Funaro e approvato dalla giunta nella seduta di martedì sono state illustrate ieri dall’assessore allo sviluppo economico Jacopo Vicini e dal presidente del Q1 Mirco Rufilli. Con loro i rappresentanti delle associazioni di categoria della città. Le nuove strade che il piano riserva ad una ristretta gamma di attività commerciali di pregio sono via della Vigna Nuova, via Rondinelli, via Strozzi, piazza Strozzi, Porta Rossa, Lungarno Guicciardini, via di Santo Spirito, Lungarno Acciaiuoli, via Lambertesca, via del Parione, via delle Terme, Borgo SS. Apostoli, via dei Pecori, via Pellicceria, via Brunelleschi, Calimala, via Tosinghi, via Vecchietti, via Roma. Queste vanno ad aggiungersi a undici strade in cui questo tipo di tutela è già presente (vie dei Tornabuoni, Maggio, Lungarno Corsini, dei Fossi e nelle piazze di Santa Trìnita, degli Antinori, dei Frescobaldi, nelle vie Martelli, dei Servi, della Condotta e in Borgo San Iacopo).

Le venti nuove strade in cui impedire l’insediamento di ulteriori attività alimentari sono invece via Pietrapiana, Borgo La Croce, Borgo San Lorenzo, via Calzaiuoli, via del Corso, via Guicciardini, via della Spada, Borgo degli Albizi, via dei Cerchi, via dei Tavolini, via Mazzetta, via Sant’Agostino, vie delle Caldaie, via dei Serragli, via Faenza, via dei Ginori, via Matteo Palmieri, piazza Salvemini. Tre sono fuori area Unesco anche se prossime al centro storico: via Gioberti, via Pisana e via Senese.

“Gli obiettivi sono la valorizzazione dei negozi storici che in alcune zone potrebbero essere messi a rischio e la salvaguardia delle esigenze dei residenti che hanno bisogno di negozi di prossimità” dice Vicini che lascia intendere come la faccenda non finisca qui: “Ci siamo dati un periodo sperimentale di due anni. L’obiettivo è quello di continuare il monitoraggio ed eventualmente aggiungere altre vie”. Per Santino Cannamela, presidente di Confesercenti Firenze i provvedimenti rivestono grande importanza per salvaguardare le attività del settore” perché “molti danni sono stati creati negli ultimi decenni da arbitrari processi di liberalizzazione”.

Dal canto suo Confcommercio “esprime pieno apprezzamento per la decisione della sindaca” e parla, attraverso il direttore generale Franco Marinoni di “scelte coraggiose che consentiranno l’attività d’impresa nel rispetto degli equilibri commerciali”. “Accogliamo favorevolmente gli obiettivi di questa misura, alla quale abbiamo contribuito con spirito costruttivo” aggiunge quindi Lorenzo Cei, coordinatore Cna Firenze mentre per il segretario generale di Confartigianato Imprese Jacopo Ferretti “è bene fin da subito dare un’idea di quale città vogliamo”. Ora l’atto passerà al vaglio del consiglio comunale.