
"Non chiedevo il riconoscimento di invalidità per ottenere un sussidio economico, ma per poter accedere alla legge 104 e permettere a mia moglie di non lasciarmi solo a casa per tante ore": a denunciare la sua drammatica vicenda è Daniele Berna, che abita a Polcanto, al quale è stata diagnosticata, nel giugno scorso, la Sla. "Un solerte funzionario dell’ufficio medico legale – continua – mi ha specificato in una Pec che non essendo io certificato con tumore non ho motivo di aspettarmi sollecitudine da parte dell’ufficio stesso, visto che al 3 dicembre 2020 stanno valutando le richieste di febbraio 2020. E io ho fatto domanda a giugno". Poi il 63enne mugellano aggiunge: "Prendo spunto per sollecitare attenzione: è una beffa atroce per i familiari ricevere il riconoscimento dell’invalidità del congiunto poco prima o dopo la morte".
L’Asl si è già scusata, contattando per telefono l’interessato. "Ci scusiamo – si legge in una nota – se la risposta data al cittadino non era chiara ed esaustiva e ha causato un’incomprensione. L’Azienda ci tiene comunque a precisare che il dipendente da cui è arrivata la risposta, nel suo ruolo di accoglienza ai cittadini, si adopera sempre nella ricerca delle soluzioni possibili. Nel caso in questione si è probabilmente generato un malinteso". Poi si ricordano le procedure, e si ribadisce che il canale più rapido è per i malati oncologici come previsto dalla legge – la convocazione deve avvenire entro 15 giorni dalla presentazione della domanda –. Infine sottolinea come anche sull’ufficio della medicina legale abbia pesato il lockdown.
Paolo Guidotti