
Uno dei sottopassaggi di Sesto Fiorentino inghiottito dalla furia dell’acqua
Firenze, 15 marzo 2025 – Bilancino, la Sieve, l’Arno. Insieme come in un sistema di vasi comunicanti – semplice solo all’apparenza – dove la regola principe è mantenere un equilibrio di flussi. Freddezza e calcolo diventano fattori chiave durante un’emergenza, pesantissima, come quella delle ultime ore.
La mossa decisa dal Genio Civile, intorno alle 20 di giovedì – poco prima che le piogge iniziassero a flagellare il crinale appenninico dal quale le acque, scendendo giù, incontrano l’invaso di Bilancino – è stata quella di ’aggiustare’ il contenimento della diga.
Come? Lo ’sfioro’ massimo, cioè la superficie dell’invaso a monte di Firenze, è di 252 metri sul livello del mare. Giovedì alle otto l’altezza della superifice era a 251 metri di acqua sopra il livello mare. Un metro a disposizione nell’invaso vasto cinque chilometri quadrati, vale dieci milioni di metri cubi di acqua. “Abbiamo alzato la paratia per portare l’innalzamento al massimo consentito – spiega Nicola Perini, presidente di Publiacqua – Alle 23 e 59 la paratia era alzata a 252 metri. Il lago di Bilancino si è riempito dei 10 milioni di metri cubi alle 6 della mattina. Raggiunto il massimo ha cominciato a sversare nella Sieve, prima al ’ritmo’ di 10 metri cubi al secondo per arrivare, alle 17, a 100 metri cubi”. All’altezza di San Piero a Sieve, che ieri ha vissuto una mattinata complicatissima, c’è una cellula che verifica la portata della Sieve. Nel pomeriggio la portata, spiega ancora Perini, “è stata di 300 metri cubi, quindi aumentata di tre volte rispetto all’uscita da Bilancino, a Dicomano addirittura di 1000”.
Questo significa che lo sversamento dall’invaso – dove sono stati scongiurati danni strutturali – ha contribuito alla spaventosa piena che ieri ha fatto tremare mezza Valdisieve, da San Piero a Rufina e fino a Pontassieve dove l’acqua è arrivata a sfiorare i terrazzini delle case, soltanto per un decimo. Il resto dell’acqua che è andata a ingrossare il più importante affluente dell’Arno proveniva infatti dai reticoli minori che insistono sul territorio.
Bilancino – e un po’ lo dice il nome stesso – gioca così ancora una volta il ruolo di equilibrista delle emergenze. Quando l’invaso serve perchè la Sieve non vada in secca l’acqua esce da sotto la diga. In questo caso si è lavorato per contenere più acqua possibile. Una curiosità. Il 2 novembre 2023, giorno del disastro di Campi Bisenzio, si arrivava da una lunga siccità. In quel caso a Bilancino si riversarono 18 milioni di metri cubi di acqua. In questo caso da mezzanotte all’alba, in sole sei ore, se ne sono contati dieci milioni.