di Benedetto
Ferrara
Elena è una coach. Ed essendo una ex atleta con una laurea in scienze motorie, facoltà presso la quale insegna, diciotto anni fa ha deciso di far lavorare i suoi neuroni per studiare non la preparazione a una maratona o a chissà quale altra gara di resistenza o velocità. Lei si è messa sotto per capire quali principi e allenamenti potevano essere utili a uno sforzo atletico che quasi mai prendiamo in considerazione come tale: il parto. "Quando ho partorito i miei due figli mi sono resa conto che, al di là della professionalità di chi ti aiuta in sala parto, che non voglio mettere certo in discussione, nel momento decisivo non esiste un metodo aggiornato ai tempi. Sicuramente c’è un aspetto che riguarda la medicina, e su quello sono stati fatti grandi passi avanti. Ma poi c’è anche un discorso legato alla biomeccanica del nostro corpo, che richiede un allenamento specifico e individuale, in quanto ogni corpo ha le proprie caratteristiche". Elena Taddei è realmente entusiasta della sua creatura.
"’Mamme in movimento’ è un corso preparto innovativo che ho creato nel 2003, diciotto anni fa. Negli anni ho studiato e aggiornato il metodo e, se guardo i numeri, mi rendo conto che lo studio e il lavoro hanno dato i loro frutti. Sono più di tremila le donne che hanno partorito seguendo i miei corsi e i risultati sono stati sempre positivi. Meno dolori di schiena in gravidanza, parto più veloce e meno doloroso. Non è magia, è scienza motoria. Quando ho iniziato in testa avevo un’idea ben chiara: se non vedo risultati smetto subito. Per me era ed è una missione. Ovviamente con solide basi scientifiche. Considero ’Mamme in movimento’ un passo avanti nella preparazione in gravidanza, nel travaglio e in quello che possiamo definire lo sprint finale, quella spinta che spesso trova le donne in cerca di risposte difficili da trovare".
Beh, donna partorirai con meno dolore è la prima frase a effetto che viene in mente. Ma dietro tutto questo c’è un vero training. Perché c’è anche quello sforzo atletico pazzesco da affrontare. C’è stata la moda dell’ipnosi, poi sono arrivati quelli che ti dicevano ’Cerca di distrarti’’. E poi la respirazione e il rilassamento. Sì, ok, i corsi esistono e ognuno segue le sue tecniche.
"Ma io ho sempre puntato sull’idea di preparare il corpo come se si trattasse di un impegno atletico dove ogni muscolo coinvolto deve arrivare al meglio all’evento. Partendo però dalla gestazione e iniziando a togliere di mezzo quel mal di schiena che accompagna quasi sempre una gravidanza".
Infatti i corsi di ’Mamme in movimento’ partono dalle 24 settimanei di gestazione per arrivare alle 36 e quindi al momento clou. Ed Elena ci tiene a specificare che non coinvolge ’i padri’. "Perché io parlo di partner, non di padri, visto che lavoriamo anche con coppie gay. E chiaramente il partner è coinvolto, visto che durante il travaglio è presente per supportare la partoriente nel cercare quelle posizioni imparate durante il corso".
Le posizioni sono otto. "Io dico sempre alle future mamme che possono provare anche altre posizioni e poi confrontarle. Io continuo a studiare, ho bisogno di dati di riferimento e questi mi dicono che col mio metodo la durata media del travaglio è di tre ore e 45 minuti, che il dolore percepito durante le contrazioni è ridotto del cinquanta per cento, che non ci sono lacerazioni di terzo e quarto grado. Tutto questo, come ho detto, dopo aver eliminato del tutto il mal di schiena durante la gravidanza".
Dall’inizio della pandemia in poi ’Mamme in movimento’ ha scelto la via dell’on line, aumentando così i contatti e aprendosi al mondo. "Io ci tengo molto a dire che questa idea è nata qui, a Firenze. E sono orgogliosa, da fiorentina, del fatto che oggi è arrivato in tutta Italia ed è addirittura uscito dai confini, prima in Europa e poi anche negli Stati Uniti, dove ho seguito e sto seguendo ben sessanta mamme e future mamme". Elena sorride e si illumina. Su Instagram la sua creatura ha quasi cinquemila followers: le esperienze, le dirette, i consigli. Il sito ’mammeinmovimento.it’ racconta i perché e come funziona.
"Il mio prossimo obiettivo è quello di creare un laboratorio specifico per approfondire la ricerca e fare pubblicazioni. La mia non è una sfida all’ostetricia corrente, ma vuole essere un arricchimento. La scienza funziona così. Anche i metodi di allenamento nello sport sono in continua evoluzione. E’ da lì che è partito tutto. Diciotto anni fa mi chiedevo: funzionerà? Oggi ho la risposta: sì, e molto bene. Sono le mamme a raccontarlo e questo è ciò che mi rende più felice".