Firenze, 15 gennaio 2023 - Tra i farmaci temporaneamente carenti ci sono anche l’Aspirina e il Nurofen, il Fluimucil e tanti sciroppi per la gola. Insomma una miriade di prodotti richiestissimi per combattere le sindromi influenzali comuni in questo periodo. A questi, si aggiungono poi medicinali per patologie meno comuni, per un totale di 3.205 prodotti, secondo l’ultimo elenco dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) aggiornato al 13 gennaio. Ma com’è la situazione a Firenze e provincia? "Mancano soprattutto anti-infiammatori e alcuni antibiotici per bambini in forma orale – spiega Maria Vannuzzi, direttrice di Afam, la rete di farmacie comunali che a Firenze conta 22 punti vendita – e i farmacisti svolgono un lavoro quotidiano per individuare principi attivi equivalenti. Va detto che la responsabilità di questa situazione non è assolutamente delle farmacie, che anzi lavorano per trovare soluzioni. Il fenomeno è legato a problemi delle aziende produttrici nel reperimento delle materie prime e a criticità della logistica. Molti lo capiscono, ma purtroppo capita anche che i cittadini si arrabbino con noi o che ci siano piccoli fenomeni di accaparramento che sono da evitare. È importante fidarsi e farsi consigliare dal farmacista stesso e dal proprio medico".
"Ci auguravamo che la situazione potesse rientrare già all’inizio di gennaio ma ancora non è così – prosegue Marco Nocentini Mungai, presidente fiorentino di Federfarma, l’associazione sindacale dei titolari di farmacia -. Per ora il problema permane, anche se continuiamo a sperare in un ritorno alla normalità nei prossimi quindici giorni. Qualche primo segnale, su alcune specialità, si comincia a vedere e ci fa essere ottimisti. Per ora, le persone sono ben informate sul fenomeno e accettano volentieri una sostituzione alternativa, con farmaci equivalenti o che comunque abbiano la stessa efficacia. Va detto che, a volte, anche gli equivalenti scarseggiano e in questi casi la situazione si fa complicata".
Ma cosa ha generato questa situazione? "Non è un problema del tutto nuovo, ma in queste settimane è arrivato a livelli mai visti – spiega Alessio Poli, coordinatore farmacie di Confservizi Cispel Toscana –. Rispetto allo scorso anno, siamo passati da 2500 a 3200 farmaci carenti, anche se circa il 50% è dovuto alla fisiologica cessazione di alcuni prodotti. Al netto di questa differenza però, il numero resta altissimo. Le cause sono molte: il boom di casi influenzali dell’ultimo periodo, la difficoltà delle aziende a trovare materie prime e principi attivi, in parte drenati dalla pandemia Covid in Cina, la carenza di fiale di vetro e di altri materiali per confezionare i prodotti. Infine vanno considerati gli aumenti dell’energia e dei trasporti, legati alla guerra, che hanno portato i grossisti a organizzare in modo diverso la logistica".
Insomma una serie di problemi complessi e interconnessi, che l’utente finale si trova a subire. "I cittadini possono controllare sul sito dell’Aifa, che è molto semplice, i medicinali carenti – continua Poli – e comunque chiedere subito al medico, al momento della prescrizione, l’equivalente o eventuali soluzioni alternative. Per ora anche le forme di accaparramento sono lievi: capita che chi ha bisogno prenda due scatole invece di una, ma non molto di più. Da parte nostra stiamo facendo un’opera di sensibilizzazione per spiegare che conta il principio attivo e non il marchio. Dalle autorità ci aspettiamo invece la massima attenzione e vigilanza per evitare eventuali fenomeni speculativi".