di Erika Pontini
"Non sarò un uomo solo al comando ma di condivisione e sarò il presidente di tutti, non solo delle piccole e medie e imprese che hanno fortemente voluto la mia candidatura. Non voglio entrare nelle polemiche: siamo qui a costruire, non a distruggere". Un’ora dopo l’elezione, non senza strappi interni (e esterni), alla guida della Camera di commercio di Firenze Massimo Manetti, 57 anni, già presidente del Mercato centrale parla a La Nazione. "Il primo a chiamarmi? Dario Nardella e poi tanti altri dall’assessore Giovanni Bettarini all’onorevole Federico Gianassi ma devo dire che con Comune e Regione i rapporti sono ottimi".
Con Leonardo Bassilichi si è parlato?
"Sì, ci siamo chiariti. Abbiamo lavorato insieme per cinque anni e si è sempre dimostrato corretto".
Quindi è pronto a ricucire anche la spaccatura con il mondo degli industriali che alla prima votazione non si sono presentati?
"Sono stato indicato anche perché non sono un uomo divisivo e ci sono le premesse per lavorare tutti insieme"
Con la sua elezione inizia l’era delle piccole e medie imprese alla guida dell’Ente camerale. La sua che presidenza sarà?
"Quando si ricopre una carica istituzionale si deve deve lavorare per tutti, in squadra perché da soli non si va lontano. La Camera di commercio di Firenze è una delle più importanti in Italia, anche per numero di iscritti. Se abbiamo un problema è quello di non riuscire a comunicare le tante cose che facciamo: dai servizi alle imprese, all’internazionalizzazione".
L’export è uno dei segmenti trainanti...
"Ma la piccola e media impresa spesso non sa come muoversi, le grandi sono attrezzate. Ed è questo quello che deve fare la Camera: aiutare".
Cosa c’è da cambiare e cosa da conservare in ciò che è stato fatto negli ultimi anni?
"Da conservare tante cose, quelle fatte bene come l’internazionalizzazione. Ora ci sono da rifare gli accordi triennali con la Regione che vanno in scadenza e penso a contenitori di grande successo come Buywine. Avremmo la possibilità di farne tanti altri".
Overtourism e airbnb. Il turismo rappresenta il 12% del più totale della città metropolitana ma crea notevoli problemi. Così come è strutturato è sostenibile?
"I discorsi personali sono inutili in questa fase ma posso dire che convidiamo ciò che è stato fatto dal comune di Firenze sul blocco agli airbnb in area Unesco: sarà la giunta a tirare le linee guida del nostro mandato".
Chi è Manetti, il nuovo presidente?
"Una persona semplice, cresciuta in macelleria: la prima attività la aprimmo nel 1892 e di generazione in generazione abbiamo tramandato il sapere e poi ci siamo dedicati al food e alla ristorazione. Oggi abbiamo sessanta dipendenti e 12 attività".
Lei è l’esempio di quanto sia fondamentale il tema della successione e delle attività di famiglia soprattutto in un tessuto di botteghe come quello fiorentino. Cosa potrà fare la Camera per aiutare attività che a volte rischiano di chiudere sotto i colpi di grande distribuzione e di acquisti online...
"La successione familiare è un valore inestimabile. Oggi significa tramandare la storia, il mestiere, non solo nel caso mio ma anche nell’artigianato, e nel commercio. Il nostro tessuto non deve perdere queste peculiarità: penso ai mercati storici, come il nostro o quello di Barcellona con il quale abbiamo avviato un confronto. Io credo che sia importante il blocco del mangificio perchè la nostra città si è sempre misurata con le botteghe ed è importante che non perda la sua identità. Ci riusciremo? Non lo so ma ci proveremo".
L’artigianato a Firenze rappresenta un hub di valore. Pochi giorni fa anche Lenny Kravitz è venuto ad acquistare in una bottega fiorentina...
"E’ così. Va implementato l’export perché questo è uno dei grandi valori di Firenze che il mondo gli riconosce".
Per la prima volta tutte le associazione di categoria di commercio e artigianato insieme, che segnale è?
"E’ l’elemento più positivo di questa elezione ovvero che le quattro associazioni abbiano trovato una sinergia di intenti e grazie a questo ci sarà la possibilità di lavorare, le guerre non pagano mai nessuno.
Come è maturata la sua nomina?
"Negli ultimi giorni, ero in vacanza quando mi hanno chiamato. Se ne discuteva da qualche settimana ma la decisione è maturata recentemente. Io sono stato onorato e orgoglioso di accettarla e lo sono ancora di più di essere diventato il presidente della Camera".
Ci dica la verità Manetti, essere presidente della Camera è un ruolo che può far paura. Lei ne ha?
"No, dopo aver passato il Covid, ero quasi morto, non ho più paura ma so che dovrò mettere in campo tanto impegno".