REDAZIONE FIRENZE

Manetti: "Mettiamoci in ascolto"

Un migliaio, forse più, i fedeli che ieri pomeriggio hanno gremito la cattedrale di San Romolo, in occasione del...

Un migliaio, forse più, i fedeli che ieri pomeriggio hanno gremito la cattedrale di San Romolo, in occasione del rito d’avvio del Giubileo nella diocesi di Fiesole, celebrato dal vescovo Stefano Manetti, alla presenza di oltre cento sacerdoti, fra cui il vescovo emerito Mario Meini e l’abate generale di Vallombrosa Giuseppe Casetta. "Questo rito è per noi preludio di una ricca esperienza di grazia e di misericordia, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi, specialmente in questo tempo di guerre e di disordini. Cristo, nostra pace e nostra speranza, sia nostro compagno di viaggio in questo anno di grazia e di consolazione". Così il vescovo si è rivolto al popolo dei fedeli inizialmente raccolti sul sagrato della chiesa di Santa Maria Primerana, dove la cerimonia solenne ha preso il via con una processione, aperta dai seminaristi seguiti dai sacerdoti, dalle autorità civili e numerose confraternite e compagnie. Raggiunta la cattedrale il vescovo ha quindi preso la croce, che era stata portata in processione e pronunciate le parole "Ave, croce di Cristo, unica speranza", ha spalancato alle 16,36 il portone della navata centrale della Cattedrale, inaugurando anche nella diocesi di Fiesole l’Anno Santo della Speranza. È sull’ascolto che il vescovo ha voluto richiamare l’attenzione dei fedeli. L’invito è quindi quello a farsi carico gli uni degli altri. L’esempio da seguire è quello della vergine Maria, che è "la donna dell’ascolto". Il vescovo ha quindi ricordato due drammatici episodi: il salvataggio in mare di Giacinta e la morte per il freddo della neonata Sila. "Lo Jobel ci tenga vigili e attenti agli altri. L’ascolto sia il nostro abito quotidiano per essere non solo pellegrini ma anche seminatori di speranza per un mondo migliore".

Daniela Giovannetti