ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Mani dipinte di rosso. E un grido: "Giustizia"

Mani dipinte di rosso per chiedere giustizia e lanciare un messaggio basta stragi sul lavoro. A un anno dalla...

Le impronte con vernice rossa lasciate dai manifestanti sul recinto del cantiere

Le impronte con vernice rossa lasciate dai manifestanti sul recinto del cantiere

Mani dipinte di rosso per chiedere giustizia e lanciare un messaggio basta stragi sul lavoro. A un anno dalla tragedia di via Mariti dove il 16 febbraio 2024 morirono cinque operai per il crollo di una trave, ora ci sono impronte color sangue. I manifestanti si sono colorati i palmi e hanno lasciato un segno sul recinto del cantiere. "Le nostre vite valgono di più dei vostri profitti", si legge in uno striscione. Oltre cento persone hanno ricordato le vittime nel corso di un corteo intorno all’area del cantiere. "Basta supermercati, basta cemento", recita un altro cartello. Gli attivisti tengono dei fazzoletti legati intorno al collo con il bavero che scende sulla schiena e recita una frase inequivocabile: "Facciamoci un parco". Un concetto ribadito con forza da Sandro Targetti dell’assemblea 16 febbraio: "Da un anno denunciamo che quei lavoratori sono stati uccisi per mancanza di sicurezza e rivendichiamo il fatto che qui deve nascere un parco". La folla ascolta in silenzio e si ammutolisce quando Targetti legge i nomi delle vittime. Poi un minuto di silenzio terminato da un lungo applauso. "Da quel 16 febbraio abbiamo raccolto molte firme e non ci fermeremo", aggiungono i manifestanti annunciando iniziative "sotto Palazzo Vecchio e il tribunale" perché "non possiamo accettare che si vada avanti come se niente fosse quando il cantiere verrà sbloccato". Al corteo hanno partecipato rappresentanti dei sindacati di base Usb, Cub e Cobas, di Medicina democratica "ci costituiremo parte civile nel processo" e dell’Assemblea 29 giugno legata alla strage di Viareggio. Trattiene a stento le lacrime Simona Mattolini, vedova di Luigi Coclite, presente al corteo con la figlia: "Ho difficoltà a parlare qui davanti a tutti". Poi l’esortazione ai manifestanti: "Andate avanti, questa deve diventare un’area per tutti". Dario Furnari dell’Usb sottolinea che non si può più "risparmiare sulla sicurezza e sui contratti: i salari da fame sono inaccettabili. Serve una legge per il reato di omicidio sul lavoro, è il momento di dire basta". Paola Sabatini del Cub Sanità e del coordinamento toscano per il diritto alla salute ripercorre una per una le ultime tragedie sul lavoro: "I morti di via Mariti, l’incidente di Suviana, la strage di Calenzano. Ma aggiungerei anche gli anziani delle rsa morti. Il collegamento? Il sistema di appalti e subappalti che mette a rischio la sicurezza di lavoratori ma anche degli anziani ricoverati. Servono controlli e chiarezza".

Alessandro Pistolesi