REDAZIONE FIRENZE

Firenze, in migliaia in piazza contro il razzismo. "Idy, uomo di pace"

Il 54enne senegalese è stato ucciso il 5 marzo a colpi di pistola da Roberto Pirrone, ex tipografo fiorentino. Numerosi cartelli e striscioni per ricordarlo

La manifestazione dei senegalesi

La manifestazione dei senegalesi

Firenze, 10 marzo 2018 - "Idy era una persona di pace. Non vogliamo fare casino". Così recita un cartello tenuto in mano da un giovane della comunità senegalese fiorentina che oggi ha partecipato alla manifestazione antirazzista organizzata in seguito all'omicidio di Idy Diene, il 54enne senegalese ucciso lunedì scorso a colpi di pistola da Roberto Pirrone, ex tipografo fiorentino che ha sempre dichiarato "di voler uccidersi ma non trovando il coraggio di farlo ha freddato in strada, con la sua Beretta, una persona a caso".

Il fato ha voluto che fosse proprio l'immigrato a morire. Una vicenda che le comunità senegalesi affermano essere nata in un clima razzista. E' il terzo senegalese ucciso in sette anni a Firenze, dopo l'uccisione di altre due persone nel 2011 nel quartiere San Lorenzo per mano del militante di estrema destra Gianluca Casseri.

Una lunga catena umana composta da migliaia di persone si è partita da piazza Santa Maria Novella e si è mossa pacificamente per le vie del centro fino a Ponte Vespucci dove Idy è stato ucciso. Tantissimi gli striscioni che inneggiavano alla pace e al 'no' al razzismo, all'odio e alla violenza. Le forze dell'ordine hanno presidiato passo passo tutto il percorso e le aree limitrofe. 

Presenti molti esponenti della comunità dei senegalesi ma anche molti fiorentini. La manifestazione è stata organizzate dalle Organizzazioni dei senegalesi in Toscana che, dopo le polemiche e le tensioni, hanno diffuso anche un appello a marciare pacificamente: "L'occasione vuole essere un ricordo doloroso di una persona cara ma anche una affermazione collettiva del rifiuto dell'incitamento all'odio nei confronti dei migranti e rifugiati che ha caratterizzato in modo marcato il dibattito pubblico nell'ultimo anno". E l'appello diffuso dagli organizzatori era chiaro: "Mentre aspettiamo fiduciosi le conclusioni del lavoro della magistratura sull'omicidio del fratello ed amico Idy Diene, invitiamo tutta la cittadinanza di Firenze, le istituzioni cittadine e della Toscana tutta, le organizzazioni della società civile, i sindacati, le organizzazioni religiose ad unirsi a noi per ricordare il nostro fratello e amico Idy Diene, ultima vittima di una follia omicida. Vi invitiamo a marciare pacificamente con noi e riaffermare che siamo uniti nel dire basta ad una violenza omicida che, non solo getta famiglie nella sofferenze, disperazione e paura, ma mina anche la coesione nelle nostre città".

ARRIVO DEL SINDACO - All'arrivo del sindaco alla manifestazione, sul lungarno Soderini, ci sono stati momenti di concitazione e c'è stata qualche sporadica contestazione all'indirizzo del primo cittadino, che martedì scorso era stato preso di mira durante una manifestazione analoga. Il servizio d'ordine effettuato dagli stessi senegalesi ha riportato la calma in pochi minuti. "Il popolo senegalese - ha detto Nardella - esprime i propri sentimenti con grande passione, qui c'è anche la deputata senegalese, c'è la console, la presidente della comunità senegalese. Credo che sia un momento importante quello di oggi e c'è Firenze. Non era una risposta scontata, Firenze dimostra di essere una città aperta, soprattutto rispettosa della vita umana". 

"Ho parlato con la famiglia di Idy - ha proseguito il sindaco - e ha acconsentito a far svolgere una giornata funebre con una cerimonia funebre, e questo ci consente di programmare il lutto cittadino e in questo modo noi diamo un ulteriore segnale di sensibilità e vicinanza della nostra città. Ho parlato ieri con la moglie di Idy e appena avremo la possibilità realizzeremo questa giornata di lutto qui a Firenze".

L'imam di Firenze Izzedin Elzir invece ha ringraziato tutti i fiorentini per la partecipazione: "Questo dimostra ancora una volta che siamo una famiglia unita. Credo che ci sia la possibilità di ripartire da questa giornata e segnare un nuovo rapporto di vicinanza fra il nostro popolo che è uno soltanto, volto alla pace e alla convivenza civile".

Alla testa del corteo tutti i rappresentanti delle comunità del Senegal. Per la Regione Toscana l'assessore Vittorio Bugli. "Sono qui - ha dichiarato Vittorio Bugli - per testimoniare la vicinanza mia e di tutta la regione alla comunità senegalese di Toscana. E per ribadire che va respinta ogni forma di violenza e di razzismo, come da sempre siamo impegnati a fare".

"Siamo i figli dell'Italia, l'Italia non ha solamente figli bianchi. I nostri figli hanno diritto come gli altri". Queste invece le parole di Moussa Fall, atleta senegalese che ha partecipato a due Olimpiadi e da tempo residente a Firenze, prendendo la parola al megafono per rivolgersi alla piazza gremita, prima dell'inizio del corteo antirazzista. "Mettiamo i nostri figli davanti - ha aggiunto Fall - per far vedere che sono italiani". 

Anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, era presente al corteo antirazzista. "E' stata una grande manifestazione – ha detto Rossi – riparatrice di una frattura che si era creata con una comunità ferita a morte per ben due volte in pochi anni. Mi colpisce il carattere sereno e pacifico di questo corteo così come vedere i commercianti che hanno tenuto aperti i loro negozi, quando erano stati in molti ad alimentare l'idea che ci sarebbero state tensioni". 

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La manifestazione dei senegalesi
La manifestazione dei senegalesi

Intanto gli avvocati dei familiari di Idy Diene hanno aperto conto corrente per sostenere la famiglia, 10 figli in Senegal. La Regione Toscana invece assegnerà 20mila euro a Ndeye Rokhaya Mbengue, vedova di Idy. Lo hanno annunciato il presidente Enrico Rossi e l'assessore alla presidenza, Vittorio Bugli, al termine della manifestazione nazionale antirazzista "Abbiamo voluto - spiegano i due amministratori - compiere questo gesto, che abbiamo già compiuto altre volte per le vittime di attentati, che consideriamo doveroso. Ventimila euro, inutile ripeterlo, non possono in alcun modo risarcire di tanto dolore e di una così grave perdita, ma rappresentano un aiuto per chi si vede strappare chi era anche una fonte di sostentamento per la propria famiglia. Si tratta di un contributo di solidarietà".