ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Mannaia sull’ex SanGiovanni di Dio: ‘L’Asl rispetti il vincolo o lo perderà’

Il monito della famiglia Vespucci: l’immobile a servizio dei malati

L'ex ospedale San Giovanni di Dio

Firenze, 2 febbraio 2015 -  INDIGNATI. E preoccupati. La famiglia Vespucci – gli eredi di Simone, zio di Amerigo: sì lui, il navigatore ed esploratore fiorentino che ha dato il nome all’America – per la prima volta alza la voce in tutela dell’intergrità dell’ex ospedale San Giovanni di Dio in borgo Ognissanti e per il rispetto del vincolo del lascito dell’immobile, ora in gestione all’Asl di Firenze.

«SI TRATTA di un lascito vincolato all’uso per pietas: l’ex ospedale dev’essere mantenuto un ricovero per i poveri, gli infermi e i miserabili – si sfoga con impeto Urania Vespucci, una delle tre nipoti di Amerigo, l’ultimo ramo di eredi –. L’Asl ormai da anni sta facendo ciò che vuole, come se l’immobile fosse di sua proprietà: l’ospedale è sbarrato, ci dicono che piove sulle gradinate vincolate dalla soprintendenza. Vorremmo far presente che se continuerà questa situazione, la famiglia Vespucci poterebbe impugnare il testamento e far valere i propri diritti».

E’ una storia che inizia nel 1382 quando Simone Vespucci fondò l’ospedale dedicato a Santa Maria dell’Umiltà, probabilmente ispirandosi nel nome alla confraternita degli Umiliati, che avevano un’attiva comunità nell’attiguo convento della chiesa di Ognissanti. Alla morte del fondatore, la Compagnia del Bigallo, che già operava in diversi ospedali minori in città, ereditò in gestione la struttura poi passata di mano alla Fatebenefratelli e in tempi recenti all’azienda sanitaria di Firenze. Che ha tentato di vendere l’immobile con due aste, entrambe andate deserte, l’ultima nel dicembre scorso. E tramite una privativa che aveva individuato un gruppo inglese intenzionato a rilevare l’ex ospedale per realizzare una residenza sanitaria assistita a cinque stelle. Operazione finita male davanti al notaio: al momento della stipula del contratto non c’erano i soldi. L’ultimo capitolo della lunga e tribolata storia dell’ex ospedale San Giovanni di Dio risale a un paio di settimane fa, quando il Centro nazionale di fisica si è fatto vanti per prendere in affitto l’intera struttura.

«VOGLIAMO ricordare all’Asl che l’immobile non può essere utilizzato in modo diverso rispetto a quanto indicato nel testamento e non può essere ceduto perché non è di sua proprietà – spiega Urania Vespucci –. Tramite il nostro avvocato abbiamo scritto all’azienda sanitaria raccomandando di attenersi al vincolo: perché se non dovesse essere rispettato, l’immobile tornerebbe alla famiglia».

Un monito. Che serva per svegliare le coscienze. «Non abbiamo intenzione di portare via un bene che è nato per essere dedicato ai bisognosi, però ci indigna profondamente lo stato in cui è stato lasciato: piove nelle sale monumentali. Non vorremmo che finisse nel degrado totale. Il testamento è esposto su pietra all’interno dell’immobile. Diciamo solo, non costringenteci a fare ciò che non abbiamo intenzione di fare. Prendetevi cura di questo bene prezioso».