FRANCESCO
Cronaca

Marcello Piacentini fra le Archistorie

Mostra della Biblioteca di Scienze Tecnologiche di Palazzo di San Clemente dedicata a Marcello Piacentini, dominus dell'architettura italiana del ventennio fascista. Il fondo conserva documenti, grafici, opere d'arte, con opere in Italia e nel mondo.

Francesco

Gurrieri

Le Archistorie altro non sono che piccole specialistiche mostre che la Biblioteca di Scienze Tecnologiche – Architettura del nostro ateneo organizza con sistematica cadenza, nella sede di Palazzo di San Clemente in via Micheli. Si tratta di mostre di documenti, grafici, opere d’arte, appartenenti ai fondi conservati dalla biblioteca. Tra i più preziosi di questi, consultati da studiosi internazionali interessati all’architettura degli anni Trenta in Italia e in Europa, c’è certamente il Fondo Marcello Piacentini. Piacentini (1881-1960) fu il dominus dell’architettura italiana del ventennio fascista, non estraneo alla pittura e alla scultura che ne accompagnarono le realizzazioni e i non meno importanti eventi concorsuali. Il fondo è stato acquisito nel 1980 per donazione della figlia Sofia Piacentini Annesi, con la mediazione di Mario Lupano, a cui, ancor oggi dobbiamo esser riconoscenti. Questa mostra fiorentina raccoglie anche quanto si è fatto in occasione delle celebrazioni per ‘Bergamo e Brescia capitali italiane della cultura 2023’, dove Piacentini operò negli anni Trenta; dove, proprio a Brescia realizzò nel 1932 la Piazza della Vittoria, una delle sue opere più monumentalistiche e retoriche, caratterizzata da un arengario con un pulpito da cui si esibì Mussolini che, più tardi, lo avrebbe incaricato del Piano Generale dell’Università di Roma. Docente all’università di Roma fondò la rivista ‘Architettura e Arti decorative’. Il fondo della nostra biblioteca è davvero prezioso e raccoglie quasi per intero la sua attività dal 1903 al 1960; costituito dalla sezione Documenti (450 fascicoli di studi, disegni, schizzi, tavole, fotografie e manoscritti) e dalla sezione Disegni (circa 2000 schizzi, pubblicazioni riviste, carteggi). Tantissime sono le sue opere in Italia e per il mondo (a Rio de Janeiro in particolare). Suo è il progetto romano di via della Conciliazione, suo il Palazzo di Giustizia di Milano. A Firenze realizzò il cinema Savoia (l’Odeon) e fu determinante per la vittoria del Gruppo Toscano nel concorso per la stazione di Santa Maria Novella, contrapponendosi al conservatorismo di Ugo Ojetti.