"Non si può snaturare così Barbiana, un luogo delicato che non può essere utilizzato a proprio comodo. Sabato saremo qui come sempre ad aprire la scuola ed accogliere i visitatori, ma alla Marcia non aderiamo più. Ribadiamo, per l’ennesima volta, che non approviamo che Barbiana venga trasformata in un luogo di comizi, canti e passerelle di personaggi pubblici che distolgono l’attenzione da una profonda riflessione sui messaggi e i valori che questi luoghi conservano e rilasciano". Agostino Burberi, 75 anni, (nella foto), primo allievo di don Milani e oggi presidente della Fondazione che porta il nome del priore, non ci sta e contesta le "decisioni unilaterali" prese dal Comune di Vicchio "ignorando tutto il lavoro collettivo preparatorio e condiviso", compreso l’invito alla campionessa olimpica nella 20 chilometri di marcia, Antonella Palmisano, appreso dai giornali. "Nonostante le incomprensioni e la presa di distanza della nostra Fondazione dalla marcia dell’anno scorso, in cui non eravamo stati coinvolti, quest’anno faticosamente e dopo vari incontri avevamo raggiunto una sintesi su obiettivi e contenuti - osserva Burberi - Con l’intento di inaugurarla insieme sul tema della pace come ricerca concreta di una società mondiale priva di conflitti, di un’Europa sempre più accogliente e di una scuola al centro delle scelte politiche, come luogo in cui si superano le diseguaglianze".
Invece, "il Comune ha reso pubblico tutt’altro manifesto e stilato un programma mai concordato insieme. Scopriamo dai giornali che stata organizzata una mostra fotografica, con materiale del fondo della nostra Fondazione, senza nessuna richiesta e autorizzazione. Il manifesto della marcia Barbiana-Assisi è sottoscritto senza la Fondazione e altre realtà milaniane a cui era stata chiesta l’adesione. Inoltre è stato istituito un premio internazionale ’I care - perché mi sta a cuore’, annunciato in occasione della marcia. Infine la campionessa olimpica Antonella Palmisano è stata invitata dal sindaco Carlà di sua iniziativa, un percorso di spettacolarizzazione poco consono al clima di riflessione sui temi della marcia. Ancora una volta dobbiamo constatare come il Comune sia poco incline al dialogo e a costruire quella collaborazione che l’I Care reca in sé".
Duccio Moschella