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Marroni del Mugello Igp. Pochi, con prezzi alle stelle

Marroni del Mugello Igp. Pochi, con prezzi alle stelle

Marroni buonissimi e pochissimi. Può sintetizzarsi così l’annata castanicola 2023, con il marrone del Mugello Igp sempre più considerato una dei migliori frutti del castagno al mondo, ma che è prodotto di nicchia, specie quando il clima non aiuta. Lo conferma il presidente del Consorzio del Marrone del Mugello Igp Emanuele Piani, che è sindaco di San Godenzo e castanicoltore.

"Sicuramente – dice – è stata un’annata influenzata dall’andamento del clima. In primavera l’eccessiva piovosità ha fatto disastri, l’alluvione e le frane di maggio, con gravi dissesti all’interno dei castagneti. Piante secolari crollate, i terreni sono scivolati a valle. Per non dire di quei castagneti irraggiungibili a causa delle frane. Poi l’assenza di precipitazioni in settembre, e il caldo anomalo di ottobre, con le piante collassate nel momento in cui il frutto fa l’aumento di volume più consistente e matura. Infine nuove piogge". Risultato, un calo di produzione dal 40 al 60%, e in alcune aree fino all’80%. La richiesta sui mercati è stata forte: che il marrone del Mugello Igp all’ingrosso è stato pagato dai 5 ai 6 euro al chilo per esser venduto a più di 10. I monti del Mugello producono in media, nei duemila ettari delle 120 aziende del marrone Igp, tra le 1500 e le 2000 tonnellate di frutti freschi: quest’anno sono dimezzate.

Paolo Guidotti