Firenze, ,23 dicembre 2024 – Martina Voce, 21 anni, fiorentina, è ricoverata in terapia intensiva in un ospedale di Oslo dopo una trentina di coltellate inferte con rabbia omicida dal suo ex fidanzato.
Lui, Kumar Vemar, l’ha colta di sorpresa nel negozio di gastronomia italiana dove lavora, nella capitale norvegese in cui un paio d’anni fa era iniziata la loro relazione, finita lo scorso settembre.
L’avrebbe ammazzata, se non fossero intervenuti due colleghi a interrompere la furia di Kumar, un coetaneo di origini indiane. Martina è figlia di un avvocato, Carlo Voce, che con il fratello Antonio, avvocato pure lui (che ha presentato una denuncia per tentato omicidio anche presso la procura di Roma) si è precipitato a Oslo.
“È ancora a rischio vita, ma i medici sono molto fiduciosi”, ha detto il padre. Aspettava che sua figlia tornasse in Italia prima di Natale. Poi sarebbero partiti insieme per una vacanza in Kenya. Ma venerdì, intorno a mezzogiorno, la vita di Martina ha rischiato di prendere un’altra direzione. Secondo quanto ricostruito, Kumar si sarebbe presentato armato di un coltello al negozio “Smak aV Italia”, una catena di prelibatezza culinarie a gestione italiana nel centro commerciale “Vulkan” a Grünerlkka, quartiere centrale della capitale norvegese.
Senza dire una parola si è diretto verso di lei, assolutamente ignara di quello che stava per succedere, e senza darle il tempo di reagire ha sferrato subito il primo fendente. Al collo, dietro: ha raggiunto la carotide. E poi ha colpito ancora: tante altre pugnalate che le hanno provocato varie ferite, molte delle quali sulle braccia, perché Martina ha cercato di proteggersi. Le grida della ragazza hanno richiamato due colleghi di lavoro, che sono intervenuti in suo soccorso, mentre il sangue scorreva nel negozio. Nella colluttazione, uno dei due è riuscito a disarmare l’informatico e poi lo ha accoltellato, ferendolo gravemente. Il collega è stato arrestato, poi rilasciato. Questo intervento salvato la vita di Martina.
Kumar è ora ricoverato in ospedale in coma farmacologico e dunque non ha potuto rispondere alle domande di investigatori e inquirenti: è accusato di tentato omicidio e appena si ristabilirà verrà trasferito in carcere.
Kumar non si era rassegnato alla fine della relazione. Insisteva con messaggi, lei lo aveva bloccato sui social. Non pensava però che potesse arrivare a tanto. “C’è stata una causa scatenante: mia figlia ora sarebbe venuta in Italia e il fatto che non sarebbe venuto con lei forse... Però tutte le persone che lo hanno conosciuto non avrebbero mai detto che era una persona aggressiva”, dice Carlo Voce.