
di Sandra Nistri
È stato tra i fondatori del Partito Democratico a Sesto e, nelle diverse esperienze politiche a livello comunale ma anche nel capoluogo, ha sempre ribadito la sua appartenenza a questo schieramento. Perciò oggi fa notizia la scelta di Alessandro Martini, ex assessore e vicesindaco a Sesto, oltre che assessore nella giunta Nardella a Firenze fino al giugno scorso, di lasciare il Pd. Uno strappo sicuramente forte.
Martini perché ha deciso di non rinnovare la tessera Pd?
"Ho iniziato trent’anni fa senza tessere di partito in tasca e, attraverso l’esperienza politico-amministrativa, ho aderito alla Margherita e poi al Pd, tra i fondatori. Non rinnovare oggi la tessera è un ritorno alle origini, anche se assai amaro. Ho creduto fortemente nell’esperienza del Pd come un’aggregazione che avesse la capacità di unire le varie sensibilità e culture per una sintesi costruttiva. Nel tempo tutto questo è stato tradito: un partito sempre più diviso e logorato da logiche correntizie che, anziché costituire stimolo per crescere insieme, sono diventate lotte per egemonie e contrapposizioni interne fine a se stesse".
Perché questo momento per annunciare la sua decisione?
"Rendo nota questa scelta all’indomani della chiusura del tesseramento, per non condizionarne l’esito. E prima del passaggio congressuale, perché sia chiaro che non è una decisione contro gli attuali candidati alla segreteria nazionale, ma in disaccordo con il partito in generale. La mia scelta avviene è indipendente da chi vincerà o perderà al congresso".
C’entra qualcosa il suo allontanamento forzato dalla giunta Nardella?
"No, non c’entra, tuttavia anche questa vicenda è stata dettata da logiche correntizie all’interno del Pd che io contesto e che sono alla base di tanti passaggi non condivisi. Credo di farmi interprete del pensiero e delle scelte di tanti altri, amareggiati e delusi come me. Da quando nel giugno 2022 si è interrotto il lavoro in giunta a Firenze, non ho più svolto incarichi di natura politico-amministrativa. Ho ricevuto una proposta di collaborazione in Città Metropolitana ma non l’ho accettata".
Andrà in altri partiti?
"No, in questo momento mi impegno offrendo un contributo per situazioni di difficoltà e sofferenza sociale nel nostro territorio. Fuori da realtà di partito. Per il futuro vedremo. Guardo a un sano civismo in grado di recuperare la fiducia di tante persone che a oggi, come unica possibilità di reazione, sono stati costretti a astenersi dal voto".