MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Martiri di Fiesole, per gli 80 anni dal sacrificio arriva il ministro Crosetto

Per queste celebrazioni speciali la sera del 12 settembre è in programma anche un concerto al Teatro Romano

Fiesole (Firenze), 5 settembre 2024 - Celebrazioni speciali per gli 80 anni dal sacrificio dei Martiri di Fiesole, in onore dei tre eroi che sacrificarono la loro vita per salvare 10 abitanti di Fiesole ostaggio dei nazisti. I tre giovani carabinieri erano Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola, e avevano tutti poco più che vent’anni. Quel 12 agosto del 1944 si consegnarono alle truppe tedesche a Fiesole per salvare dieci ostaggi civili, e per questo furono fucilati. Per rendere omaggio alla loro memoria, la sera del 12 settembre è in programma un concerto al Teatro Romano di Fiesole, con prova generale aperta alla cittadinanza la sera prima, mentre per la cerimonia militare di commemorazione del 13 settembre è stata annunciata la presenza del ministro della Difesa Guido Crosetto. Il concerto del 12 vedrà esibirsi la Banda dell'Arma dei Carabinieri, l'Orchestra della Scuola di Musica di Fiesole, il Coro della Cappella Musicale di Firenze. Hershey Felder, nel ruolo di attore, autore e pianista, racconterà la storia dei Martiri. "Sarà eseguita una serie di brani tesi a sottolineare lo spirito eroico di quell'evento", ha spiegato il comandante della Legione carabinieri Toscana, generale Lorenzo Falferi, spiegando che il sacrificio dei Martiri di Fiesole "ancora oggi rappresenta l'importanza del servizio per gli altri: ed è il motivo per cui intendiamo celebrarlo con questo importante concerto in loro onore, nella speranza e nella consapevolezza che ciò possa contribuire a costituire un momento di riflessione anche per le giovani generazioni". La Rocca, ventenne, Sbarretti e Marandola, entrambi 21enni, in servizio al comando di Fiesole, si consegnarono in sostituzione di dieci civili presi in ostaggio dai tedeschi che minacciavano di ucciderli, poiché avevano capito che i carabinieri a Fiesole stavano dando man forte alla Resistenza. I tre furono passati per le armi nel giardino dell'Albergo Aurora il 12 agosto 1944. Per la sindaca di Fiesole Cristina Scaletti le iniziative per la commemorazione del martirio, dal 10 al 13settembre, rappresentano una "occasione straordinaria" per "ricordare un evento che ha segnato tutto il paese" e "che parla alle nostre nuove generazioni". Siamo nell'estate del 1944. Firenze è uno degli obiettivi principali dell'avanzata delle forze alleate, che puntano a liberare al più presto il capoluogo toscano. Poco lontane da questa, le colline di Fiesole costituiscono per i nazisti una zona nevralgica per tentare di contrastare la manovra alleata. Seguendo l'esempio di tanti altri carabinieri, nell'aprile1944 quelli della Stazione di Fiesole entrarono in contatto con la resistenza italiana (in particolare con la Brigata V della Divisione Giustizia e Libertà) per appoggiarne la Lotta di Liberazione. Il comandante della stazione, vice brigadiere Giuseppe d'Amico, fu nominato Comandante militare di settore. Il contributo dei carabinieri di Fiesole consisteva soprattutto nella raccolta di informazioni, nella fornitura di armi e viveri e nella partecipazione diretta ad azioni di sabotaggio mentre continuavano a svolgere i compiti di istituto. Il 29 luglio una staffetta portaordini partigiana formata da tre carabinieri di Fiesole ed un civile fu intercettata dai tedeschi. Nello scontro a fuoco che ne seguì un tedesco fu ucciso, mentre il carabiniere Sebastiano Pandolfi (Medaglia d'Argento al Valor Militare) ed il civile furono catturati altri due altri carabinieri riuscirono a fuggire. I due prigionieri furono immediatamente fucilati. Il successivo 6 agosto i tedeschi arrestarono il vice brigadiere d'Amico. L'11 agosto il vice brigadiere fece pervenire un messaggio ai suoi tre sottoposti per avvertirli che era riuscito a fuggire ed ordinar loro di entrare in clandestinità nelle file della resistenza fiorentina. I tre (Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e FulvioSbarretti) obbedirono ma, non potendo passare le linee nemiche, costituirono una base nei ruderi di un anfiteatro romano in attesa di potersi congiungere con le forze partigiane o alleate. Monsignor Turini li informò che il Comando Tedesco, scoperta la loro fuga, aveva preso un gruppo di civili e minacciava di fucilarli per rappresaglia se non si fossero consegnati. Gli ostaggi dei nazisti erano dieci. Dieci abitanti di Fiesole. Il vescovo lasciò i tre militari liberi di scegliere. Si consegnarono senza pensarci. Il resto è storia.