TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Massimo Ranieri, ottocento repliche d’autore

Show rivisto e corretto domani al Teatro Verdi: "La napoletanità è sincerità e amore. E la porto nel cuore". In un libro la sua autobiografia

di Titti Giuliani Foti

"Questo show dopo ottocento repliche e varie modifiche fa parte della mia vita e al 50% è spontaneo. Io me lo coltivo come la prima volta che l’ho portato in scena, studiando anche il Tap tutti i giorni, che è la branca della danza che mi piace di più: se dovessi rinascere, vorrei essere come Fred Astaire, che è il mio idolo". Felicità delle sue tantissime fan – e rispettivi mariti, o fidanzati – per Massimo Ranieri che torna domani sera al Teatro Verdi di Firenze con un show rinnovato, dal titolo volutamente simile al suo cult: "Sogno e son desto 500 volte". L’appuntamento – finalmente live – è alle 20,45 in via Ghibellina.

Ranieri, il più amato dalle italiane di ogni età: che effetto fa aver fatto il picco degli ascolti a Domenica in?

"Gli ascolti? Beh, penso sia “colpa“ della mia napoletanità che è sempre in me e la porto dentro al mio cuore. Napoletanità come sincerità, amore. Questo è il vero volano della mia vita di artista e di uomo, credo che le persone sentano questa cosa, e ci si riconoscano. E’ sempre emozionante vivere il viaggio tra interpretazioni che sono diventate, anche mio malgrado, dei veri cult. E altre canzoni ormai intramontabili. In ogni mio sketch tengo ben presente il pubblico che amo immensamente: penso di saper divertire anche coi racconti che riservo a chi mi viene a vedere".

Tutto in uno show?

"Sì, certo. Questo spettacolo è unico, perchè l’ho creato, e ho voluto che fosse leggero, travolgente, raffinato e commovente".

Ha sentito il bisogno di pubblicare per Rizzoli la sua autbiografia: "Tutti i sogni ancora in volo".

"E’ stata una vera necessità per me, abituato a comunicare con il pubblico e idealmente abbracciarlo. Ci sono molte cose della mia vita che le persone non sanno e che avevo voglia di condividere dal momento che chi mi segue lo fa fedelmente da 50 anni. Vorrei fosse considerato un libro della vita, non proprio un bilancio, ma una riflessione profonda, spero non banale, in equilibrio tra ciò che è stato e ciò che sarà domani".

Ranieri la rivedremo a Sanremo: cosa ci riserva?

"Purtroppo non posso parlare di cosa porto a Sanremo per regolamento, ma ti assicuro che è una canzone che mi ha colpito al cuore al primo ascolto, esattamente come mi è accaduto per “Perdere l’amore“"

So che ha nel cuore anche una canzone bloccata dal Covid.

"Sì e sai perchè? Perchè dice: “Mia fame, mia sete, mia quiete, mia ragione“, sono parole che mi hanno subito colpito. Un uomo non ha mai il coraggio di dirle ad una donna".

E invece cosa dice?

"“Ti amo“ ma senza andare in profondità. “Mia ragione“, invece, comprende la fragilità. Oggi sono paziente e inquieto, ma con un fastidioso senso di impotenza. E torno a cantare per incrociare le decine di versioni di me stesso".