Firenze, 16 gennaio 2023 - La città di Firenze accoglie con soddisfazione la cattura di Matteo Messina Denaro, 60 anni, boss superlatitante di mafia che da trent'anni aveva fatto perdere le tracce. L'arresto a Palermo da parte dei carabinieri del Ros è una vittoria dello Stato. E una sorta di rivalsa da parte delle famiglie delle vittime di mafia per la scia di sangue che la mafia con Matteo Messina Denaro ha lasciato in Italia.
Nel 2002 la Cassazione aveva definitivamente condannato Matteo Messina Denaro all'ergastolo per la strade di via dei Georgofili. Una ferita che tutt'ora segna Firenze. Era il 27 maggio 1993. Il Fiat Fiorino imbottito di esplosivo saltò in aria nei pressi del Museo degli Uffizi. Provocò la morte di cinque persone, mentre furono trentotto i feriti. Con danni importanti anche per lo stesso Museo degli Uffizi.
Firenze si svegliò di soprassalto in quella drammatica notte e fu sconvolta da un attentato che ogni anno viene ricordato con una toccante cerimonia. Gli altri due attentati con bombe, in quella tremenda primavera di trent'anni fa, furono a Roma in via Fauro contro il presentatore e giornalista Maurizio Costanzo, che rimase ferito, il 14 maggio 1993 e poi in via Palestro a Milano il 27 luglio con la morte di cinque persone. Seguirono altri cinque attentati. Uno, contro una caserma di carabinieri a Roma, fallì per un difetto dell'ordigno stesso.
Quella di Matteo Messina Denaro era l'ultima condanna da eseguire riguardo alle stragi. Matteo Messina Denaro fu condannato come mandante delle stragi insieme a Bernardo Provenzano, boss catturato l'11 aprile 2006 che morì poi in carcere il 13 luglio 2016.