Firenze, 3 luglio 2019 - La Corte dei Conti della Toscana ha condannato Matteo Renzi per un danno erariale di 15 mila euro, in relazione alla nomina nel 2005, quando era presidente della Provincia di Firenze, di un collegio di direzione provinciale in luogo di un singolo dg. Insieme a Renzi, condannati anche i 4 direttori generali e l'assessore al bilancio in carica al momento della nomina. Il danno erariale complessivamente ammontava a 125mila euro e era stato contestato in parte anche al segretario provinciale dell'epoca, poi deceduto.
La Corte dei Conti della Toscana ha condannato Matteo Renzi per un danno erariale di 15 mila euro, in relazione alla nomina nel 2005, quando era presidente della Provincia di Firenze, di un collegio di direzione provinciale in luogo di un singolo dg. Insieme a Renzi, condannati anche i 4 direttori generali e l'assessore al bilancio in carica al momento della nomina. Il danno erariale complessivamente ammontava a 125mila euro e era stato contestato in parte anche al segretario provinciale dell'epoca, poi deceduto.
«Abbiamo immediatamente predisposto appello come avvenuto in analoga circostanza in passato». Così l'avvocato Alberto Bianchi, legale di Matteo Renzi, in relazione alla condanna dell'ex premier al pagamento di un danno erariale di 15 milaeuro inflitta dalla Corte dei Conti della Toscana per la modalità di nomina dei direttori generali alla Provincia di Firenze quando guidava l'Ente locale.
«Siamo fiduciosi sull'esito finale per ragioni di metodo», poiché, spiega Bianchi, «la condanna è avvenuta senza nessuna richiesta di condanna da parte della procura, e in presenza di una legge che esclude che possa essere sottoposto a giudizio un soggetto che, come nel caso di Matteo Renzi, era rientrato nel processo su ordine del giudice dopo che la procura ne aveva chiesto l'archiviazione». Quanto alle «ragioni di merito», il legale precisa che sarebbe «paradossale attribuire all'organo politico l'eventuale danno di una amministrativa presa con tutti i visti di regolarità, anche contabile».
Quanto all'altro procedimento, su presunto danno erariale per la nomina di due collaboratori nello suo staff quando era sindaco di Firenze, per il quale ha ricevuto un invito a dedurre, Bianchi rileva che «già in passato la Corte dei Conti in appello ha smentito la ricostruzione giuridica della sede fiorentina in primo grado e ha stabilito come non vi sia necessità della laurea per le posizioni di staff del sindaco. Anche in questo caso peraltro è inspiegabile il coinvolgimento dell'organo politico in presenza dei visti amministrativi di regolarità».
Bianchi precisa che i due procedimenti sono gli unici ancora aperti in Corte dei conti contro Renzi: «Siamo certi che anche in questi due casi finirà come già accaduto in altri: in primo grado grancassa mediatica per poi ignorare l'assoluzione o l'archiviazione». «Il senatore Renzi - conclude - auspica che si vada velocemente a concludere il procedimento essendo totalmente convinto della correttezza amministrativa e contabile del comportamento della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze».