Firenze, 18 aprile 2024 – Il calcio ‘minore’ si scopre debole. Eccellenza, promozione, prima, seconda e terza categoria: le società sportive si trovano sempre più spesso a fare scelte drastiche per continuare a esistere. Fusioni, gestioni acrobatiche, tagli delle spese in materia di sicurezza e soccorsi sanitari. La morte del calciatore 26enne, Mattia Giani, è purtroppo una tragica sommatoria di tutte queste storture.
Intanto, la procura di Firenze ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, mentre, a sorpresa, la partita Lanciotto Campi-Castelfiorentino verrà “completata“ mercoledì 24 aprile. "È il sistema che non funziona", spiega Fabio Giorgetti, presidente della Commissione sport del Comune di Firenze. "La politica non investe nelle società dilettantistiche - continua –, che si trovano costrette a prendere decisioni in base alle risorse a loro disposizione. Ciò non significa giustificare eventuali inadempienze, comprendendo la tragedia del giovane calciatore e anche eventuali responsabilità da accertare, ma deve far riflettere il futuro sempre più incerto per queste realtà".
Il nervo più scoperto è quello della presenza di medici o ambulanze sul campo di gioco. "L’uno o l’altro nell’Eccellenza devono essere presenti per regolamento – sottolinea Giorgio Merlini, consigliere regionale Figc –, non è possibile più trovarci davanti a eventi del genere. C’è anche un altro discorso da fare: le sanzioni per le società che non rispettano questa norma devono essere più salate, perché molto spesso conviene pagare la multa piuttosto che ingaggiare un medico o garantirsi la presenza di un mezzo del 118. Per questo proporremo come consiglio direttivo della Toscana una modifica normativa che aumenti le sanzioni".
Nello specifico, le violazioni delle norme possono portare a una contravvenzione di 70/80 euro (con un aumento se c’è recidiva), mentre la presenza di un ambulanza o di un presidio medico va in base agli accordi che le singole società prendono con professionisti e Misericordie. "Si può trattare di 50 come di 200 euro a partita casalinga – spiega Merlini –, perché ogni contesto cambia e con esso la natura degli accordi tra le parti". Per farsi un’idea, ai medici incaricati dalla Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) dei servizi di assistenza gara è riconosciuta un indennità pari a 120 euro fino a quattro ore di attività. "Costi molto alti per piccole realtà che hanno sì delle entrate con il settore giovanile e scuola calcio – aggiunge Giorgetti –, ma devono farsi carico di molte spese. Urge quindi una riposta politica, perché ad oggi le società non hanno strumenti per garantire livelli di servizi all’altezza che lo sport di oggi richiede anche negli impianti".
C’è poi la questione della carenza dei medici a bordo campo e sulle ambulanze. "Sono problemi già noti da tempo – conclude Merlini –, ma emergono con forza solo quando succedono tragedie del genere. Ora serve cambiare la legge".