LORENZO OTTANELLI
Cronaca

Maurizio Colombi da record. L’uomo delle caverne fa trenta: "Ora uno show su Topo Gigio"

Stasera al Puccini il must ’Caveman’, dal 28 febbraio al Verdi con la produzione di ’Sapore di mare’ "L’omaggio al mitico film del fratelli Vanzina passa attraverso la musica: protagoniste sono le canzoni".

L’attore Maurizio Colombi in ’Caveman’

L’attore Maurizio Colombi in ’Caveman’

Un doppio appuntamento fiorentino per Maurizio Colombi, che stasera torna al Teatro Puccini con la replica numero 30 di ‘Caveman’ (già disponibili i biglietti per la nuova data del 12 maggio), dove è attore protagonista, mentre dal 28 febbraio approderà al Teatro Verdi con il musical ‘Sapore di mare’, questa volta in veste di regista.

Stasera è sul palco con lo spettacolo che più di tutti la contraddistingue. Quando è iniziato il viaggio? "Non conto più il tempo. Abbiamo fatto due anni di test e dal 2012 siamo partiti in maniera stabile".

Nel 2013 è stato anche dichiarato ‘Best Caveman in the World’... "Sì, perché ho rinnovato il testo originale di Rob Beker. Nel mondo, nel frattempo, questo monologo era un po’ tramontato. Gli ho allungato la vita, perché la mia versione è stata ripresa da altri in Europa".

È anche il monologo più longevo di Broadway. Perché è così speciale? "Perché è uno dei primi che ha come tema il rapporto uomo-donna. Qui gli uomini è come se venissero da Marte e le donne da Venere. E si trova anche la metafora dell’uomo che nella preistoria era un cacciatore e la donna una raccoglitrice, con tutto ciò che esso comporta. Alla base c’è, quindi, anche uno studio antropologico. La mia versione, infine, non si chiude come quella originale..."

Cosa c’è di diverso? "Beker faceva finire il testo con un inno alla famiglia. Oggi c’è molto di più, c’è la fluidità, c’è il mondo Lgbtq. Inserire la fluidità e l’identità di genere è stata una scelta necessaria. Pensavo di farlo nello spettacolo successivo, ma il pubblico si è così affezionato a Caveman che l’ho dovuto far evolvere".

La regia dello spettacolo è di Teo Teocoli, mentre l’adattamento è suo e di John Peter Sloan. "Sì, John era un genio, se ne è andato troppo presto. Lo trovavo spesso a Milano, suonava e aveva una voce stupenda quando cantava. Aveva avuto molti problemi nel suo passato, ma era geniale. Ed è per questo che in ‘Sapore di mare’ ho deciso di cambiare il nome di Susan Hunt in Susan Sloan".

Dal musical ispirato al film ‘Sapore di mare’ cosa dobbiamo aspettarci? "Si tratta di un tributo al film di Vanzina, ma è soprattutto un grande tributo alle canzoni degli anni Settanta. È un musical, in questo caso abbiamo fatto in modo che la comicità lasciasse il posto ai brani. Qui a essere protagoniste sono le canzoni, insieme a un cast spettacolare".

Da dove nasce l’idea? "Dalla produttrice Monica Savarese. Io all’inizio ero titubante, poi ho pensato al musical e al fatto che fosse più credibile. E il pubblico impazzisce per i successi degli anni Sessanta e Settanta".

Nel cast c’è anche Paolo Ruffini, nel ruolo di Cecco il fotografo. Com’è lavorare con lui? "Ruffini introduce lo spettacolo, poi interviene e fa gag comiche. In questo spettacolo fa molto Paolo Ruffini come ce lo immaginiamo. Ma lui è stata una vera scoperta, è quasi un filosofo. Mi piacerebbe lavorarci per farlo brillare di più in un ruolo diverso".

Tra i progetti futuri ha uno spettacolo su Topo Gigio. Che forma avrà? "Sarà la storia di com’è nato, di Maria Perego, del suo rapporto con il pupazzo a cui dette vita e con cui dialogava".

Lei ha portato tante fiabe sul palco, da Peter Pan a Rapunzel, passando per Pinocchio. Perché questo interesse? "Avevo tre libri quando ero piccolo. Tutti e tre raccoglievano le fiabe sonore. I miei erano separati e io sono cresciuto in un istituto con questi tre libri rilegati da mia mamma. Portarli sul palco è una grande emozione".