
Max Angioni, sabato sera al Verdi col nuovo spettacolo “Anche meno“
Che senso ha la vita? Che senso ha la morte? Perché devo alzare le tendine prima che parta l’aereo? Come giustificare il pianto dopo il sesso? C’è anche senza lattosio?
Sono alcune delle domande che Max Angioni si pone nel suo nuovo spettacolo “Anche meno“, in scena al Teatro Verdi sabato alle 20.45. Testi di Max Angioni, scritto da Massimiliano Angioni e regia Ester Montalto.
Brillante e spettinato, non risparmierà la sua proverbiale autoironia, mantenendo il suo sguardo semplice, esilarante suo malgrado.
Max, presentando il suo nuovo show, si è fatto delle domande e si è dato delle risposte. Dove come al solito si prende in giro. Può darci un’idea su cosa racconterà al pubblico?
"Diciamo che dopo il clamoroso quanto inaspettato e, diciamolo tranquillamente, immeritato successo del mio primo spettacolo “Miracolato“, torno in teatro con il nuovo lavoro “Anche meno“ prodotto da Vera produzioni con molto scetticismo".
Perché scetticismo?
"Direi così: consacrato da pubblico, ma non dalla critica, come uno dei più “nuovi volti nuovi” della comicità italiana, mi rimetto in gioco con l’ultimo impegno per il teatro e per il commercialista: questa volta non mi limito a portare in scena un semplice show, ma una vera e propria opera d’arte, destinata a diventare il nuovo manifesto della cultura occidentale, che mi consacrerà definitivamente come icona contemporanea".
Però! Non male per un giovane comico.
"Beh, oddio, giovane non lo so, visto che ormai ho 33 anni. Torno sui palchi dei teatri, dove il biglietto è più costoso, per raccontare i cambiamenti che ci sono stati nella mia carriera e per confrontarmi con le grandi domande dell‘esistenza: che senso ha la vita? Ma soprattutto, che senso ha la morte, un argomento tabù, che nessuno ti insegna come affrontarlo. Mi chiedo perché devo alzare le tendine prima che parta l’aereo, come giustificare il pianto dopo il sesso. Ci tengo a specificare che il titolo e la locandina servono solo a presentare il prodotto e che alcune battute potrebbero essere surgelate".
Racconterà del trasloco, delle sedute di psicoterapia, dell’incertezza del futuro...
"Del resto parlo delle cose che conosco!"
Chi dovrebbe venire a vederla?
"Lo spettacolo è adatto a un pubblico sotto i tredici anni di età, purché siano stati tredici anni difficili e comunque già compromessi da altri traumi. La durata è di circa 90 minuti, senza intervallo. Quindi, venite già mangiati. Se uno arriva affamato, poi non ride. E non perché il testo è debole, ma più che altro per la fame. Si richiede di andare in bagno prima dell’inizio dello show. No davvero, ci tengo".