Firenze, 3 settembre 2022 - Alcune vetrine sono completamente al buio, da altre invece si intravede appena una luce all’ingresso. Poi ci sono strade intere con insegne e dehor spenti. D’altra parte, quando va bene, i conti sono aumentati del 50 per cento, ma c’è anche chi, in un anno, ha visto il prezzo dell’energia elettrica triplicare. Quindi sono tanti i commercianti di Firenze che stanno cercando di ingegnarsi contro il caro-bolletta. "Io accendo la luce solo quando entra qualche cliente. Non possiamo fare altrimenti, bisogna rimboccarsi le maniche e resistere. E’ dura e l’unico modo è cercare di contenere ogni fonte di costo, anche se serve veramente a poco" sottolinea Ines Cecere, titolare di Ines Moda di Borgo La Croce. Per lei c’è un’unica via d’uscita: "Abbassare le tariffe: altrimenti sarà una catastrofe".
Ma c’è anche chi punta sul romanticismo, sostituendo le luci delle lampade con quelle soffuse delle candele, chi evita di accendere i condizionatori e chi ha deciso di concentrare il servizio. Come Fiorenzo Smalzi, titolare dell’omonimo caffè di piazza Duomo: "Chiudo il mio locale quattro ore prima, alle 21 anziché all’una. Una decisione sofferta ma mi sono ritrovato con le spalle al muro, non posso più permettermi di lavorare di sera. A conti fatti risulta paradossalmente più conveniente rimanere chiusi che aperti". Quindi alle 21 Smalzi spegne l’interruttore e manda i suoi dipendenti a casa. "Servono scelte coraggiose e provvedimenti seri, in queste condizioni non possiamo reggere. – prosegue – Parlo naturalmente sia delle attività che delle famiglie".
Leonardo Tronconi del ristorante Mattacena di via del Moro ha già deciso: "A novembre chiudo, riaprirò quando la situazione sarà tornata alla normalità. Da alcune settimane abbiamo deciso di non accendere più la nostra insegna di sera. Una pugnalata al cuore per una attività, perché la luce è vita, la luce è richiamo". La sua bolletta di giugno 2021 era di 1.516 euro, quella di giugno 2022 ha superato i 4mila. A luglio anche peggio. La bolletta è passata dai 1.936 euro di dodici mesi fa a 7.137 dello scorso mese, con un aumento del 368 per cento. "Stiamo cercando di contenere i costi - dice Tronconi - ma senza provvedimenti saremo costretti a chiudere in attesa di tempi migliori. Io ho già deciso: a novembre spengo tutto".
In Borgo La Croce sono diversi i piccoli imprenditori che stanno prendendo contromisure. Jessica Papi e Francesca Campani, titolari di JeFra, hanno per esempio deciso di tenere sia il retro del negozio che il piccolo corridoio a luci spente. "Siamo molto preoccupate anche perché fino a oggi tantissime chiacchiere ma nessuna risposta concreta. Noi siamo artigiane, produciamo magliette, gadget e accessori personalizzati quindi facciamo un gran uso di macchinari".