Teresa Scarcella
Cronaca

Maxi discarica riemersa, caccia ai responsabili. E timori per l’ecosistema

Il sindaco di Palazzuolo sul Senio denuncia il patto fatto nel 1971. Comune e municipalizzata dei rifiuti Asnu dettero l’ok allo sversamento

Maxi discarica riemersa, caccia ai responsabili. E timori per l’ecosistema

Palazzuolo sul Senio (Firenze), 25 marzo 2025 – Una discarica sul groppone di due Comuni e due territori. Nessuno la vuole né la voleva, a parte chi ha permesso quello sversamento più di cinquant’anni fa. In tutti questi anni era finita nel dimenticatoio, ma l’ultima ondata di maltempo l’ha riportata alla luce e ora tocca farci i conti. Anche perché da discarica ’fantasma’ qual era, ora è più che visibile. Si tratta di rifiuti perlopiù urbani, scaricati nel ’71 nella valle del Rovigo, riemersi una decina di giorni fa dal terreno franato lungo la strada del Passo della Sambuca, nel comune di Palazzuolo sul Senio, in provincia di Firenze.

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Dalla discarica riemersa per una frana i rifiuti sono finiti nel torrente Rovigo

Plastiche, vetri, polistirolo, materassi e sacchetti, che il terreno ha rigettato e che ora stanno contaminando il paesaggio fra la Toscana e l’Emilia-Romagna. Finiti nell’alveo del torrente Rovigo, i rifiuti hanno raggiunto il fiume Santerno, affluente del Reno. Vani i tentativi, messi in atto dal sindaco di Palazzuolo Marco Bottino, di frenarne la corsa. Sono le conseguenze tardive di un vecchio accordo tra il Comune di Palazzuolo e Asnu, allora municipalizzata fiorentina: soldi e mezzi in cambio di un’area dove poter sversare i rifiuti. Le operazioni durarono poche settimane, ma furono importanti. L’ex sindaco di Imola, Veraldo Vespignani, che contro la discarica avviò una battaglia parlamentare, parlò di 300 tonnellate al giorno nella sua interrogazione. Una mole enorme che all’epoca suscitò indignazione e mobilitazione degli abitanti di Palazzuolo e di Firenzuola.

Gli stessi che oggi tornano a preoccuparsi. “L’intervento di bonifica e ripulitura da fare è grande – dice il sindaco di Firenzuola, Giampaolo Buti – Occorre che tutto ciò sia ricompreso nell’emergenza regionale e nazionale perché occorreranno molti fondi. Anche operativamente l’intervento sarà molto complicato nel tratto del Rovigo più impervio dove non esistono strade e l’unica possibilità di portare via i rifiuti raccolti è farlo dall’alto con elicottero. E occorre fare presto. Così come è necessaria un’indagine amministrativa per capire chi ha in carico questa vecchia discarica”.

Nel frattempo sono iniziate le indagini dei carabinieri forestali, incaricati dalla Procura di Firenze di svolgere un’informativa sullo stato di salute dei corsi d’acqua coinvolti, sulla tipologia dei rifiuti e sull’iter che ha portato alla discarica cinquant’anni fa, quando la politica e la legislazione erano ancora prive di una certa sensibilità ambientale. L’attenzione sull’Alto Mugello è tanta anche da parte della Regione.

“C’è una situazione di chiaro disagio e sofferenza - sono le parole del governatore Giani – Stiamo intervenendo a supporto, verificando la situazione delle frane locali e le necessità di recupero. Voglio subito lanciare un messaggio chiaro: non permetteremo che la strada regionale 302 rimanga chiusa fino a settembre. Il mio obiettivo è rendere percorribile la strada, magari con passaggi a senso unico alternato, nell’arco di 10 giorni”.

Il presidente Giani è irremovibile anche sulla richiesta di emergenza nazionale avanzata al governo: “Il capo del Dipartimento nazionale Ciciliano ci propose di attendere gli sviluppi della successiva perturbazione, anche se per me lo stato d’emergenza poteva essere attivato subito. Mi rimetterò a sollecitare l’intervento di carattere nazionale. È necessario avere un riconoscimento dal governo. È stato riconosciuto ad altre realtà con danni meno gravi”.

(Ha collaborato Paolo Guidotti)