Maxi furto da 300mila euro. Cinque persone in carcere: "Ho temuto per mia moglie incinta"

Avevano studiato i movimenti dei condomini per giorni: presi abiti di marca, gioielli e denaro. Il proprietario di casa: "Ho provato a rincorrerli, ma avevano due auto ad aspettarli in strada".

Maxi furto da 300mila euro. Cinque persone in carcere: "Ho temuto per mia moglie incinta"

Maxi furto da 300mila euro. Cinque persone in carcere: "Ho temuto per mia moglie incinta"

di Pietro Mecarozzi

Hanno prima studiato nei minimi dettagli i movimenti della coppia. Poi hanno escogitato la strategia per entrare nell’appartamento e quella per fuggire una volta in strada. Pochi giri di orologio, quattro uomini in azione, due le auto a motore acceso per allontanarsi. Un colpo da film, per un bottino di oltre 300mila euro. Ma come nei migliori film d’azione, alla fine il ladro commette sempre un errore, e viene beccato. Così i carabinieri di Firenze hanno sgominato la banda di cinque georgiani, tra i 28 e i 55 anni, accusati di essere gli autori di un furto trecentomila euro in un’abitazione di Firenze, nel quartiere del Campo di Marte. Il furto risale alla sera del 7 luglio scorso, mentre gli arresti sono avvenuti dieci giorni più tardi. A tradire il gruppo di esperti di scassinatori è stato anche il caldo. E la sete, soprattutto. Oltre ad essere stati riprese da più telecamere, private e pubbliche, i cinque hanno infatti bevuto tre bottiglie d’acqua mentre stavano svaligiando l’appartamento, lasciando impronte e tracce biologiche in giro per la cucina e sui bicchieri.

Da quanto ricostruito dai militari, la banda aveva osservato per molte ore i comportamenti e le abitudini dei condomini di un palazzo e preso informazioni sulle serrature da aprire e sulla presenza o meno dei proprietari in casa. "Sono passati da un ponteggio per arrivare al terrazzo e poi hanno forzato la serratura delle porta finestra per entrare", spiega il padrone di casa, Simone Ferri Graziani, presidente del Rotary Firenze. .

La banda è riuscita a portarsi via tanti capi firmati, gioielli e denaro. "Hanno lasciato anche dei borsoni dentro casa - continua Graziani - solo perché li abbiamo interrotti e sono fuggiti. Ho provato anche a rincorrerli, ma sono riusciti a raggiungere le auto e fuggire". Gli oggetti avevano anche un valore affettivo, soprattutto foulard e borse, che appartenevano alla madre appena defunta di mia moglie". A questo si aggiungo i danni alla casa e il trauma del furto. "Mia moglie è anche incinta – aggiunge –, la paura è stata tanta, e ho pensato subito alla sua incolumità. Sapere poi che ci hanno spiato per giorni non aiuta".

Quattro dei cinque sono stati fermati mentre facevano una specie di sopralluogo sempre in zona Campo di Marte per mettere a segno un altro colpo. La loro base era in una casa a Pisa dove è stato fermato un quinto soggetto e dove è stata recuperata la refurtiva del furto del 7 luglio a Firenze. Sequestrati numerosi attrezzi per aprire le porte e due autovetture. Secondo le indagini, i cinque georgiani, oltre ad essere abili scassinatori, avrebbero adottato anche un’inedita manovra per aprire le casseforti: facendo pressione con una lastra saldata (si muovono negli appartamenti con una saldatrice a corredo) e scardinando lo sportello frontale.

Gli arrestati si trovano al momento nei carceri di Sollicciano a Firenze, ed a Pisa.