Firenze, 14 agosto 2022 - Ragazzi, ma abbastanza adulti per subire un processo e i relativi effetti. Sono sedici gli avvisi di garanzia, giunti ad altrettanti baby indagati, per la maxi rissa delle Cure dello scorso 25 aprile. Il pm della procura dei minori, Roberta Pieri, ha convocato per il mese prossimo i protagonisti dello scontro, avvenuto in pieno giorno, che creò un certo allarme nel quartiere.
L’obiettivo della procura dei minori è quello di ricostruire come e perché, i gruppi di giovanissimi si sarebbero affrontate a brutto muso.
Secondo la ricostruzione dei poliziotti del commissariato San Giovanni, delegati alle indagini, alle Cure, quel giorno, si sarebbero affrontate tre fazioni differenti (e non due, come inizialmente emerso). L’antefatto sarebbe da collocare nella notte precedente, ovvero quando in via Pistoiese sarebbe stato rubato un motorino. Questo “sgarro“ avrebbe innescato il regolamento di conti fra le bande rivali. Forse un appuntamento tramite i social, forse qualche messaggio minaccioso: in via di San Marco Vecchio, sotto le finestre delle abitazioni del popoloso rione, a un certo punto si fronteggiarono una ventina di ragazzi. La maggioranza minorenni - 16, 17 anni, qualcuno anche di 15 - un paio di maggiorenni (vent’anni il più grande), anche se non è escluso che qualcuno possa averla fatta franca. In mezzo, la polizia trovò anche un coltello, anche se non risulta sia stato utilizzato per colpire gli avversari: si tratta di un “Leathermann“ multiuso cromato, il cui possesso è stato addebitato a un 15enne.
Le Cure contro Rifredi. Quel 25 Aprile, in via di San Marco Vecchio - ma il gruppone venne bloccato ed identificato nella vicina via Sercambi - si celebrò un derby fatto di preoccupante violenza, considerata l’età dei protagonisti.
I protagonisti erano infatti ragazzi del posto, le Cure, contro i rivali di Rifredi. Nel “precedente“ che aveva dato il là a quella spirale di prepotenza, Rifredi avrebbe avuto la peggio. Da lì, l’esigenza della resa dei conti per decidere chi “comanda“.
Fu un episodio particolarmente inquietante. I residenti videro le bande che si affrontavano in diretta, dalle proprie finestre, a diedero l’allarme alla polizia. Che arrivò in forze - cinque macchine - e come in un film di gangster, mise tutti al muro per identificare ogni partecipante.
Il bilancio complessivo è stato di diciotto denunciati per rissa (nei confronti di due di loro, che hanno già compiuto 18 anni, procede la procura ordinaria), e di un denunciato per il porto del coltello.
La maxi rissa giovanile, avvenuta lontano dalle vie della movida, che per certi versi ricordava i tafferugli ultrà di tanti anni fa, fece emergere palesemente cosa significhi l’emergenza baby gang. Fenomeno ampiamente denunciato dai vertici della magistratura (è stato uno degli argomenti spesi in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo anno giudiziario), ma spesso sottovalutato e comunque di difficile decifrazione.
Fenomeno che germina probabilmente tra i palazzoni della periferia, ma che si palesa anche in centro, con esibizioni di cattiverie e prepotenza ai danni del più debole o indifeso che si tramutano in veri e propri reati.