Un passo avanti, anche se certamente non risolutivo. Ieri il presidente della commissione lavoro alla Camera, Walter Rizzetto (FdI), ha depositato un emendamento al decreto che concede la cassa integrazione alle aziende della moda sotto i 15 dipendenti. La platea dei benificiari è stata allargata ai lavoratori della metalmeccanica per accessori e nel testo si precisa, facendo così chiarezza, che hanno diritto agli ammortizzatori sociali anche quelli della pelletteria, comunque già compresi.
Il governo con il decreto 160 ha concesso un sostegno alle imprese del sistema moda dalla fine di ottobre al 31 dicembre per un massimo di 8 settimane. L’emendamento per la meccanica sarà ’operativo’ dal momento della conversione in legge del decreto, quindi presumibilmente entro due settimane. Il periodo attivabile per queste aziende è dunque breve e già inferiore al massimo (a meno di non aver sospeso l’attività a inizio mese, come per la pelletteria), ma si tratta comunque di una prima risposta al grido di aiuto del settore emerso con forza anche dalla manifestazione di martedì in città, con duemila lavoratori a chiedere sostegno.
Il momento del comparto, composto nel complesso da quasi 4mila aziende in provincia per un totale di oltre 28.500 addetti, è complicatissimo. Un report Cna di ottobre sulla meccanica per accessori moda evidenziava che il 72% degli addetti di aziende artigiane e industriali dove sono presenti i sindacati aveva attivo un ammortizzatore sociale per un totale di circa 5mila lavoratori. Purtroppo le cose non sono migliorate strada facendo, anzi. La Regione ha chiesto in modo bipartisan un’estensione degli ammortizzatori sociali ma in questa ultima parte dell’anno a Roma, salvo sorprese, non ci saranno ulteriori novità dopo l’emendamento firmato da Rizzetto insieme ai parlamentari FdI Chiara La Porta e Fabio Pietrella. E’ probabile però che dopo l’Epifania, al rientro dalla sosta natalizia, il ministero faccia un report sulle risorse effettivamente utilizzate (ci sono fino a 80 milioni). Dovessero esserci ancora fondi da spendere è ipotizzabile un’estensione del sostegno, ma in ogni caso appare difficile andare oltre qualche settimana. Resta, insomma, il problema della copertura per la prima parte del 2025, nella speranza che davvero il secondo semestre veda la ripresa che tutti si aspettano.
Nel frattempo proprio Pietrella e La Porta annunciano un’altra misura, a sostegno questa volta della transizione ecologica, grazie alla firma del decreto direttoriale che, attuando una norma del decreto “Made in Italy”, "introduce contributi a fondo perduto che possono raggiungere il 50% della spesa e un valore massimo di 60mila euro". Soldi a beneficio "delle pmi dei settori del tessile, della moda e degli accessori che investono in transizione ecologica e digitale, dalla formazione alle nuove tecnologie". Le domande per ricevere i contributi potranno essere presentate a partire dall’11 dicembre.
"Mentre le opposizioni chiacchierano e si limitano a parole di solidarietà, il governo Meloni risponde con i fatti – commentano i due deputati – Continueremo a lavorare per rilanciare il comparto della moda".
Leonardo Biagiotti